Brolo: Tentate lesioni gravissime dentro e fuori il “GOA”. Giudizio immediato (6/11) per tre extracomunitari

Giudizio immediato per tre dei quattro extracomunitari marocchini arrestati, un mese fa, con l’accusa di tentate lesioni gravissime pluriaggravate in concorso per quanto accaduto, la notte dello scorso 24 luglio, all’interno e all’esterno del ritrovo “GOA” sul lungomare di Brolo (foto in alto). Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Patti UGO DOMENICO MOLINA e la prima udienza si terrà il 6 novembre. Stralciata la posizione di un quarto indagato al quale è stato concesso l’obbligo di dimora a Capo d’Orlando e che verrà giudicato in separata sede. Il servizio…

Giudizio immediato per tre dei quattro extracomunitari marocchini arrestati, un mese fa, con l’accusa di tentate lesioni gravissime pluriaggravate in concorso per quanto accaduto, la notte dello scorso 24 luglio, all’interno e all’esterno del ritrovo “GOA” sul lungomare di Brolo. Vanno al giudizio immediato, disposto dal Gip del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina, su richiesta del pm Andrea Apollonio, bypassando l’udienza preliminare e potendo accedere anche a riti alternativi:

Ilyas Fakhredine, il fratello Mohamed, residenti a Capo d’Orlando e Achraf Douma, residente a Biancavilla (CT), tutti e tre agli arresti domiciliari dallo scorso 17 agosto e difesi, rispettivamente, dagli avvocati Manuela Alessandrino (foro di Patti), Giuseppe Tortora (foro di Barcellona Pozzo di Gotto) e Giuseppe Milazzo (foro di Catania).

L’udienza dibattimentale è stata chiamata per il prossimo 6 novembre.

Nel contempo, accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Carmelo Portale (foro di Patti), il giudice Molina ha sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari con quella dell’obbligo di dimora nel comune di Capo d’Orlando senza ulteriori prescrizioni, per un quarto indagato, Monsif Elmahyr, residente a Paola (Cosenza) ma domiciliato nel centro paladino per il quale la posizione è stata stralciata e si procederà in separata sede.

LA VICENDA

Lo scorso 17 agosto i carabinieri della Stazione di Brolo e gli agenti del Commissariato di polizia di Capo d’Orlando, al comando del dirigente, il vice questore aggiunto Carmelo Nicola Alioto, nell’ambito di un’operazione congiunta, diedero esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Apollonio, nei confronti dei quattro soggetti marocchini e di nazionalità italiana, di età compresa tra i 20 e 22 anni, tre dei quali già destinatari di Daspo Urbano emessi dalle Questure di Messina e Catania, resisi responsabili, in concorso tra loro, del reato di lesioni personali gravi commesso in Brolo il 24 luglio scorso.

Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’esito delle indagini condotte congiuntamente da carabinieri e polizia avviate subito dopo la cruenta aggressione avvenuta di cui sopra sia all’interno che all’esterno di un locale pubblico ubicato sul lungomare di Brolo, il “GOA”. Le investigazioni condotte, in perfetta sinergia tra i due reparti operanti, sin dalle fasi immediatamente successive all’evento, attraverso la raccolta di convergenti dichiarazioni rese dalle persone offese e dai testimoni oculari, nonché l’acquisizione e la disamina di registrazioni video, in parte diffuse anche via web, in particolare su social network, hanno permesso di identificare tutti gli autori delle azioni delittuose contestate, di ricostruire l’intera dinamica dell’evento e le condotte dei singoli indagati, consistite in aggressioni caratterizzate da ferocia, efferatezza e brutalità.

Gli elementi raccolti hanno permesso di delineare i futili motivi delle aggressioni patite dalle persone offese, la prima delle quali è scaturita dall’invito rivolto da una di esse ad un indagato, a cui era stato semplicemente chiesto di rispettare la fila per poter usufruire del bagno, visto che con prepotenza aveva tentato di evitarla. Ne è conseguita una prima violenta aggressione, anche attraverso l’uso di bicchieri e bottiglie utilizzati come armi, per colpire ancora più violentemente i malcapitati, finanche al viso e alla testa.

Gli indagati, agendo “in branco”, hanno posto in essere aggressioni, in rapida successione tra loro e proseguite anche all’esterno del locale, nei confronti dei soggetti intervenuti a difesa del primo. Le vittime hanno fatto tutte ricorso a cure mediche per le lesioni gravi riportate a seguito dei colpi ricevuti alla testa, al volto e in varie parti del corpo. La visione delle immagini acquisite ha consentito di riscontrare le condotte degli indagati anche in ordine a danneggiamenti compiuti, all’atto di allontanarsi dal locale, su auto e motoveicoli in sosta.

            g.l.

Edited by, sabato 21 settembre 2024, ore 18,06. 

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