Brolo: Processo “Mutui fantasma”. Condannati 21 imputati, inflitti 15 anni e 3 mesi all’ex ragioniere Arasi

Un processo lungo oltre sette anni è arrivato a conclusione davanti al collegio giudicante del Tribunale di Patti. E’ quello relativo all’operazione “MUTUI FANTASMA” che travolse, a suo tempo, il comune di Brolo. Condannati 21 imputati: la condanna più alta nei confronti dell’ex capo dell’Ufficio Ragioneria CARMELO ARASI (foto in alto), a 15 anni e 3 mesi. Nel dettagliato servizio: la sentenza e la ricostruzione della vicenda…

GIUSEPPE LAZZARO

Mano pesante del collegio giudicante del Tribunale di Patti (presidente Mario Giuseppe Samperi, a latere Marialuisa Gullino ed Edoardo Zantedeschi) a conclusione del processo di primo grado relativo all’operazione “Mutui fantasma” che travolse il comune di Brolo. Pesanti condanne sono state inflitte ai 21 imputati coinvolti: quella più alta nei confronti di Carmelo Arasi, ex dirigente dell’ufficio ragioneria del comune, a 15 anni e 3 mesi. E ancora a 7 anni e mezzo è stato condannato l’ex sindaco Salvo Messina. Condanne per tutti gli altri imputati chiamati a rispondere dei peculati per l’appropriazione, a vario titolo, di somme di denaro dalle casse del comune e contributi erogati ad associazioni sportive. Disposto per tutti il pagamento delle spese processuali ed il risarcimento delle parti civili, da liquidarsi in separata sede. Disposte confische e dissequestri, ci sono anche assoluzioni e prescrizioni. Dopo il deposito delle motivazioni (entro novanta giorni) gli imputati potranno presentare appello. Questa la decisione del collegio giudicante:

   

Antonella Campo                        Giuseppina Di Leo

Carmelo Arasi: 15 anni e 3 mesi

Rossella Arasi: 4 anni e 6 mesi

Santa Caranna: 4 anni e 9 mesi

Antonella Campo: 4 anni e 6 mesi

Rosa Castrovinci: 4 anni e 15 giorni

Giuseppina Di Leo: 4 anni e 9 mesi

Carmelo Gentile: 4 anni e 1 mese

Elena Rosa Lo Vercio: 4 anni e 1 mese

Costantino Maniaci: 4 anni e 15 giorni

Salvatore Messina: 7 anni e 6 mesi

Enza Rifici: 4 anni e 1 mese

Giovanni Scaffidi Mangialardo: 2 anni e 9 mesi

Antonino Masi: 2 anni e 9 mesi

Antonino Giuffrè: 2 anni, 8 mesi e 15 giorni

Vittorio Astone: 2 anni e 9 mesi

Giuseppe Indaimo: 2 anni e 8 mesi

Rosa Gatto: 4 anni e 3 mesi

Tina Gatto: 4 anni e 15 giorni

Dario Presti: 4 anni e 15 giorni

Giuseppe Caranna: 4 anni e 15 giorni

Domenico Caranna: 4 anni e 15 giorni

Costantino Maniaci

Il collegio giudicante ha inoltre condannato gli imputati al risarcimento del danno patito dalle parti civili, da liquidarsi in separata sede, oltre al pagamento delle spese processuali, quantificate in euro 4.500,00 per ciascuna parte, oltre accessori di legge.

Interdetti dai pubblici uffici: Questa pena spazia da quella in maniera perpetua dai pubblici uffici all’interdizione temporanea per anni 5.

Il tribunale ha disposto la confisca di denaro e se questa non sia possibile, la confisca per equivalente di beni o altre utilità nella disponibilità, anche per interposta persona sino alla concorrenza dell’importo definito per tutti gli imputati per somme che spaziano da 857.632 a 3.800 euro.

In sentenza anche la disposizione del dissequestro e la restituzione all’avente diritto dei documenti sequestrati al passaggio in giudicato della sentenza e le assoluzioni di Arasi Carmelo, Masi Antonino e Scaffidi Mangialardo Giovanni dal reato di cui al capo 32, con riferimento ai mandati emessi nel 2009 e nel 2010, nonché al mandato n. 1000/2013, perché il fatto non sussiste.

Assolti, perchè il fatto non sussiste, GIUFFRE’ Antonino – capo 34, con riferimento al mandato n. 1592/2010, ASTONE Vittorio dal reato di cui al capo 36, con riferimento al mandato n. 1000/2013, INDAIMO Giuseppe dal reato di cui al capo 36, con riferimento al mandato n. 1000/2013, ARASI Carmelo dal reato di cui al capo 74 e visti gli artt. 531 cpp, 157 e ss cp

Il tribunale ha anche dichiarato di non doversi procedere in ordine ai restanti reati ascritti rispettivamente agli imputati per essere gli stessi estinti per prescrizione.

LE RICHIESTE DEL PM

Lo scorso 10 maggio il pm Antonietta Ardizzone, sostituto procuratore di Patti, aveva depositato le richieste di condanna per circa 95 anni di reclusione. Le pene più alte erano state chieste per Carmelo Arasi (a 10 anni e 3 mesi) e per Salvo Messina (6 anni). Entrambi, secondo l’accusa, rispondono di essere i promotori dell’associazione a delinquere ipotizzata dall’accusa. Quindi era stata di 5 anni la richiesta di condanna per Giuseppina Di Leo, 4 anni e 9 mesi per Santina Caranna e Antonella Campo. Per tutti gli altri imputati, che rispondono per singole ipotesi di peculato, la richiesta di condanna è stata di 4 anni.

I 22 IMPUTATI

ARASI CARMELO (classe 1952), già ragioniere generale del Comune di Brolo;

ARASI ROSSELLA (1979), figlia del suddetto rag. Carmelo;

CAMPO ANTONELLA (1971), già contrattista al Comune di Brolo;

CARANNA SANTA (1965), già contrattista al Comune di Brolo;

CASTROVINCI ROSA (1959), dipendente comunale di Brolo;

DI LEO GIUSEPPINA (1966), già contrattista al Comune di Brolo;

GENTILE CARMELO (1970), ex assessore comunale;

LO VERCIO ELENA ROSA (1954), suocera dell’ex sindaco Salvo Messina;

MANIACI COSTANTINO (1952), impiegato comunale di Brolo;

MESSINA MARIO (1969);

MESSINA SALVATORE (1973), già assessore e sindaco di Brolo dal 2007 sino alle dimissioni (5 dicembre 2013);

RIFICI ENZA (1974), moglie dell’ex sindaco Salvatore Messina;

SCAFFIDI MANGIALARDO GIOVANNI (1970), ex presidente Tiger Brolo;

MASI ANTONINO (1972), ex presidente Tiger Brolo;

GIUFFRE’ ANTONINO (1957), legale rappresentante del Circolo Tennis Brolo;

ASTONE VITTORIO (1968), legale rappresentante della società sportiva Futura Brolo;

INDAIMO GIUSEPPE (1957);

GATTO ROSA (1988);

GATTO TINA (1990);

PRESTI DARIO, ex direttore sportivo della Sport Volley Brolo (1988);

CARANNA GIUSEPPE (1966);

CARANNA DOMENICO (1973).

LE ACCUSE

Salvo Messina definito il “capo”, Carmelo Arasi l’“organizzatore”, Antonella Campo, Santa Caranna e Giuseppina Di Leo “partecipi” dell’associazione nata per commettere “delitti di falso, truffa e peculati”. Questo il principale quadro emerso all’atto di conclusione delle indagini sui mutui fantasma al Comune di Brolo firmato dai sostituti procuratori Francesca Bonanzinga (oggi alla Procura di Messina) e Maria Milia, agli atti del processo. Sono le associazioni sportive operanti nel territorio comunale di Brolo ad essere state passate al setaccio dagli inquirenti e dove emergono i maggiori movimenti di denaro mai approvato dalla Giunta Municipale come invece previsto. Il caso forse più eclatante è quello che riguarda la palestra “Lair Sport/Associazione sportiva dilettantistica”. Sino al settembre del 2012 era Salvo Messina il legale rappresentante sostituito dalla suocera, Elena Rosa Lo Vercio dal giugno 2012. Secondo gli inquirenti Carmelo Arasi e Salvo Messina avrebbero, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso e in tempi diversi”, emanato ben 44 mandati di pagamento dal 2009 al 2013 attestando falsamente spese mai autorizzate dall’Ente in favore della “Lair Sport”, per un importo complessivo di 635.400,00 €. Anche il vice sindaco ed assessore al bilancio del tempo, il commercialista Carmelo Gentile (foto sotto), è stato condannato.

 

Gli viene contestata l’appropriazione indebita, in concorso con Carmelo Arasi, della somma complessiva di 26.437 € come rimborso e indennità di carica mai autorizzate dall’ente. E’ di 48.000 € invece la somma che è stata incassata dalla Volley Mar Tirreno negli anni 2012 e 2013. Queste somme, si legge negli atti, venivano occultate in bilancio quali “spese urgenti, indifferibili e non frazionabili”, “competenza versamento tassa igiene”. Per tale reato è stata accusata Enza Rifici, moglie dell’ex sindaco Messina. Nel vortice dell’inchiesta anche la Tiger Brolo, la società calcistica fallita nell’estate 2015 dopo la retrocessione in Eccellenza. Secondo l’accusa, infatti, in concorso tra loro, Carmelo Arasi, Giovanni Scaffidi Mangialardo e Antonino Masi, questi ultimi in qualità di presidenti della Tiger del tempo, avrebbero incassato 122.100,00 € dal 2009 al 2013 nonostante la disposizione di un contributo ordinario di 10.000 euro annui, con il solito stratagemma di occultamento di tali somme sotto le voci “spese urgenti, indifferibili e non frazionabili”, “competenza versamento tassa igiene”. Stesso sistema è stato utilizzato per l’incasso di quasi 8.000 € a favore dell’Associazione Tennistica Dilettantistica Circolo Tennis di Brolo, con l’esibizione presso la tesoreria di falsi mandati di pagamento a favore di Antonino Giuffrè, rappresentante legale della società sportiva. 25.500 € invece sono stati incassati, sempre con l’occultamento delle somme sotto la voce “spese urgenti, indifferibili e non frazionabili”, “competenza versamento tassa igiene”, da Vittorio Astone, rappresentante legale dell’Associazione Polisportiva Dilettantistica Futura Brolo dal 2011 al 2013. Secondo l’accusa tutte queste somme non sono mai state autorizzate dall’Ente perché mancavano i pareri competenti. E ancora, in concorso tra loro, Salvo Messina, Carmelo Arasi, Costantino Maniaci, Mario Messina e Santa Caranna con “artifici e raggiri”, avrebbero presentato alla Cassa Depositi e Prestiti richiesta di prestito di scopo ordinario per l’importo di 1.700.000,00 € per la realizzazione di un palazzetto dello sport polivalente allegando una delibera di giunta falsa perché alterata da Maniaci e Arasi nella parte in cui venivano stabilite le modalità di finanziamento dell’opera, attestazioni false circa la capacità a contrarre debiti da parte dell’ente e della privazione in bilancio di tale addebitamento a firma di Arasi con relative approvazioni di bilancio di previsione 2011 e attestazioni false circa lo stato di avanzamento dei lavori. Questo, secondo l’accusa, ha indotto in errore i funzionari della Cassa Depositi e Prestiti che stipulavano un contratto di mutuo con l’ente brolese credendo che i lavori fossero già avanzati e procedevano così con l’erogazione degli accrediti. Sempre per la stessa vicenda Costantino Maniaci viene accusato di aver modificato la delibera di giunta originale del 3 ottobre 2011 n. 14, omettendo a pagina 2 il punto in premessa in cui si specificava che era prevista una parziale copertura delle spese per l’opera con un finanziamento dell’assessorato regionale di 1.200.000,00 € e sostituendo a pag. 3 la lettera d) che originariamente spiegava come il Comune avrebbe coperto le spese grazie al contributo della Regione ma sostituita con la dicitura che “l’ente potrà far fronte alla spesa necessaria accendendo un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti o con altri istituti bancari preposti”. Santa Caranna, quale responsabile del procedimento del mutuo, è inoltre accusata di aver attestato falsamente, con determina del 16 dicembre 2011, che il bilancio di esercizio 2011 era stato approvato con delibera consiliare n. 23 del 21 marzo 2011 e dove vi era l’impegno di richiedere un mutuo di 1.700.000,00 € per la realizzazione del palazzetto dello sport, quando invece era stato approvato con delibera n. 13 del 7 giugno e non vi era alcuna previsione di tale prestito. Nel calderone c’è anche il mutuo per i lavori di miglioramento sismico dell’edificio 1 della scuola elementare di via Roma. In questo caso Salvo Messina, Mario Messina e Carmelo Arasi, sono accusati di aver richiesto un finanziamento alla Cassa Depositi e Prestiti di 918.750.000 € allegando la delibera di giunta n. 179 del 23 dicembre 2010 ma falsa perché – scrissero i pm Bonanzinga e Milia al tempo – “in essa venivano omesse le disposizioni circa le modalità di finanziamento dei lavori, attestazioni circa la capacità a contrarre debiti da parte dell’ente e della previsione in bilancio di contrarre tale debito ma anche attestazioni false circa lo stato di avanzamento dei lavori e nel redigere attestazioni inerente i beni culturali per ottenere un mutuo di importo superiore rispetto a quanto deliberato in giunta”. Coloro che vengono definiti dagli inquirenti come “capo” (Messina Salvo) e “organizzatore” (Arasi Carmelo) sono accusati anche di aver presentato attestazioni false circa l’approvazione del bilancio di esercizio 2011 riportante la previsione di un prestito per la realizzazione dei lavori in contrada Sirò procurandosi un ingiusto vantaggio economico consistente nella disponibilità di 583.530 €. Sempre l’ex sindaco e l’ex ragioniere capo vengono accusati di avere indotto in errore la Cassa Depositi e Prestiti per una attestazione di avanzamento dei lavori per un contributo riguardante la realizzazione di otto alloggi popolari in contrada Piana del Comune di Brolo per un importo complessivo di 631.849 €, in realtà mai iniziati come il palazzetto dello sport dei sogni o l’adeguamento sismico della scuola elementare. Stesso copione per i lavori di completamento del metanodotto per un importo complessivo di 330.874 euro. Il ragioniere Arasi viene accusato anche di avere esibito, presso la Tesoreria comunale, dei falsi mandati di pagamento, a sua firma, attestanti spese mai autorizzate e si sarebbe appropriato della somma complessiva di 629.804 €. Con lo stesso sistema sarebbero stati accreditati su conti correnti personali ben 267.407,28 € a Santa Caranna, 78.951,04 € ad Antonella Campo, 10.957,82 € a Francesca Mondello, 38.580,00 € a Giuseppina Di Leo e 7.416,27 € a Rosa Castrovinci. La figlia del ragioniere Arasi, Rossella, è accusata di avere incassato, con la complicità del padre, 96.998,01 € attestando spese mai autorizzate dall’ente. Sono ancora numerosi i capi di imputazione per gli imputati come ad esempio quello che riguarda Carmelo Arasi e Giuseppina Di Leo per l’appropriazione di 180.392,73 € dal 2011 al 2013 e l’ex ragioniere è accusato anche di avere attestato falsamente che alla data del 21 dicembre 2011 non esistevano debiti fuori bilancio, circostanza non rispondente al vero posto che risultavano numerosi provvedimenti esecutivi a danno del Comune di Brolo. La dichiarazione era stata redatta in risposta alla richiesta formulata dall’allora Revisore dei Conti Tiziana Vinci.

Edited by, martedì 6 giugno 2023, ore 9,26. 

 

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