Malgrado l’assoluzione incassata in appello nel maggio scorso, sono stati sequestrati beni, per un valore di circa 200.000 euro, a SALVATORE IMBESI, di Barcellona Pozzo di Gotto, ritenuto prestanome del fratello OTTAVIO, morto nel marzo 2021, che gli inquirenti indicano come uno dei vertici di Cosa nostra barcellonese. Il provvedimento è stato firmato dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Messina (presidente ORNELLA PASTORE, foto in alto). Il servizio sul link Cronaca…
Beni per un valore di circa 200.000 euro sono stati sequestrati a Salvatore Imbesi, 51 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto, ritenuto prestanome del fratello Ottavio, morto nel marzo 2021, che gli inquirenti indicano come uno dei vertici di Cosa nostra barcellonese. Il provvedimento è stato firmato dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Messina (presidente Ornella Pastore), su richiesta della Direzione Distrettuale antimafia di Messina.
Agli atti c’è anche una informativa degli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato di Barcellona inerente il denaro accumulato in un libretto di risparmio, di due fondi comuni d’investimento Eurizon, di una polizza vita Global Investimento e del contante sequestrato, pari a 21.500 euro, all’interno di un appartamento di Barcellona.
In origine Salvatore Imbesi è stato indagato e arrestato come appartenente a un giro di racket e gioco d’azzardo che fiancheggiava Cosa nostra del Longano. Un’associazione che avrebbe agito con modalità mafiose. Un gruppo che avrebbe costituito una rete che si occupava principalmente di gioco d’azzardo on line, al quale sarebbero seguite estorsioni e usura praticate dagli stessi imputati nei confronti delle vittime che da giocatori d’azzardo si sarebbero indebitati. La DDA lo riteneva fiancheggiatore del gruppo mafioso del rione di San Giovanni, al cui vertice c’era il defunto Ottavio Imbesi. La nuova rete legata al gioco d’azzardo on line che faceva indebitare i clienti, era stata attivata già nel 2018 in occasione dell’ultimo arresto subito dal boss del quartiere. Rete che sarebbe servita per estorcere denaro attraverso una bisca clandestina creata allo scopo di garantire finanziamenti per assistere i componenti che finivano in carcere.
Per gli sviluppi processuali della vicenda nel luglio del 2023 la giudice per l’udienza preliminare di Messina Monia De Francesco aveva inflitto in abbreviato a Salvatore Imbesi 6 anni e 4 mesi di reclusione più 1.400 euro di multa, condannandolo per un solo capo d’imputazione e assolvendolo per tutti gli altri, che erano cinque.
Per gli stessi fatti nel maggio scorso la Corte d’Appello di Messina ha invece assolto Imbesi, che è stato assistito dall’avvocato Sebastiano Campanella, con la formula più ampia, ovvero “per non aver commesso il fatto”, dall’accusa di aver avuto un ruolo importante nell’attività estorsiva del gruppo attraverso il quale era stata realizzata una rete per il gioco d’azzardo oltre all’usura e le estorsioni.
g.l.
Edited by, giovedì 11 luglio 2024, ore 9,25.