Da ieri mattina sono iniziati gli scavi, a Barcellona, in contrada Lando, alla ricerca di un nuovo, possibile, cimitero della mafia (foto in alto). Il tutto sulla scorta delle dichiarazioni dell’ultimo pentito della famiglia mafiosa barcellonese: SALVATORE MICALE, inteso “Calcaterra”. Coordina le operazioni di scavo, a cura dei vigili del fuoco, la DDA di Messina con i carabinieri del Ros e del Ris. Il servizio…
Le rivelazioni del nuovo collaboratore di giustizia, il barcellonese Salvatore Micale, 49 anni, meglio conosciuto nell’ambiente malavitoso con lo pseudonimo di “Calcaterra”, hanno consentito da ieri ai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Messina di disporre l’avvio di una nuova campagna di scavi sui terreni delle alture di contrada Lando di Barcellona Pozzo di Gotto. La ricerca viene effettuata con l’ausilio di tecnici che stanno utilizzando anche georadar alla ricerca probabilmente dei corpi di qualcuna delle vittime di lupara bianca degli anni ’90 inumati nei terreni interessati. Le persone che, a oggi, risultano probabili vittime della lupara bianca e delle quali nulla si sa da decenni, sono una ventina.
Il nuovo pentito Salvatore Micale
Lavorano a ritmo serrato i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) e del Ris (Raggruppamento investigazioni scientifiche). Non trapela nulla e le operazioni vengono svolte nel riserbo. Gli scavi sarebbero stati avviati a seguito di nuove rivelazioni da parte di un collaboratore di giustizia.
Lungo la trazzera “Stretto Pietre Mole”, a poca distanza dai ruderi della chiesa di Santa Maria di Lando, sono iniziati gli scavi per la ricerca di un nuovo probabile cimitero della mafia che sarebbe stato utilizzato per inumare le vittime di “lupara bianca”, spesso innocenti puniti dalla “famiglia mafiosa” fin dalla metà degli anni ’80.
La zona in cui si stanno effettuando le ricerche è vicinissima, anche se sul lato opposto del torrente che scorre a valle, sempre in contrada Lando, al luogo dove nella notte fra il 3 ed il 4 maggio 1999 fu ucciso con modalità atroci Antonino Sboto, il giovane che aveva 20 anni, al quale dopo avergli sparato contro alcuni colpi di pistola e fracassato il cranio, i killer amputarono le mani. Per il delitto fu arrestato lo stesso Salvatore Micale, scarcerato dopo un mese e successivamente assolto, e non potrà essere più condannato.
g.l.
Edited by, mercoledì 21 giugno 2023, ore 7,53.