La polizia ha eseguito la confisca dei beni, per un valore di 1 milione di euro, a carico di un noto esponente del sodalizio mafioso del clan dei “barcellonesi”, ANGELO PORCINO (foto in alto), già coinvolto nelle operazioni antimafia “Gotha-Pozzo 2”, “Gotha 7” e “Dinastia” e condannato due volte in maniera definitiva. Il servizio sul link Cronaca…
Dopo il sequestro (maggio 2022) è scattata la confisca dei beni, da parte della polizia della Questura di Messina e dei Commissariati di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo, a carico di un noto esponente del sodalizio mafioso del clan dei “barcellonesi”, Angelo Porcino, 69 anni, in atto agli arresti domiciliari. Il provvedimento, firmato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, trae origine dalla proposta, redatta in forma congiunta dal Questore e dal Procuratore di Messina, ed è riferita ad una delle figure di maggiore pericolosità qualificata evidenziatasi nel territorio del Longano. Il destinatario del provvedimento è soggetto organicamente inquadrato nel sodalizio mafioso cosiddetto dei “barcellonesi”, essendosi evidenziato per la sua contiguità ai boss storici, il cosiddetto “gruppo dei vecchi”, sin dall’inizio degli anni ’90, allorchè egli si era posto a disposizione dell’organizzazione per l’esecuzione delle estorsioni in danno di commercianti ed imprenditori operanti nel barcellonese, in specie coloro che erano risultati aggiudicatari di commesse pubbliche.
Una delle attività confiscate
Il soggetto era, in realtà, stato oggetto dell’attenzione investigativa da parte del Commissariato di polizia di Barcellona Pozzo di Gotto sin dagli anni ’80, allorchè si era fatto notare nel contesto della gestione delle bische clandestine e del gioco d’azzardo. Particolarmente significativa è la circostanza che, già all’inizio del 1985, il locale Commissariato avesse proceduto a contestargli i reati di installazione abusiva di apparecchi di genere vietato ed agevolazione del gioco d’azzardo per aver permesso il gioco ad un gruppo di minori, i cui genitori avevano segnalato al locale Commissariato, preoccupati, l’ingente sperpero di denaro da parte dei propri figli presso la sala giochi del Porcino. Tali condotte venivano nuovamente segnalate all’Autorità giudiziaria all’inizio degli anni ’90; nello stesso periodo le concomitanti indagini antimafia consentivano di acclarare la sua appartenenza al sodalizio mafioso.
Uno degli immobili confiscati
È l’indagine nota come “Gotha-Pozzo 2” che consente di inquadrare il ruolo di Angelo Porcino tra i quadri dell’organizzazione per la quale, specificamente, curava il settore delle estorsioni. L’uomo veniva tratto in arresto all’esito dell’operazione nota come “Gotha 7”, conclusa nel gennaio 2018, per concorso nell’associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi, rapina, violenza privata, minaccia e lesioni personali, reati, questi ultimi, tutti aggravati dal metodo mafioso, vicende per le quali è già stato raggiunto da due sentenze di condanna definitive per appartenenza al sodalizio mafioso. Il 28 febbraio 2020 lo stesso veniva tratto nuovamente in arresto nell’ambito dell’operazione “Dinastia”, per le medesime condotte violente ed estorsive che, storicamente, aveva posto in essere al fine di garantire il controllo del territorio da parte del sodalizio di appartenenza. Assai significativa è stata ritenuta anche dal Tribunale della Prevenzione la circostanza che il proposto abbia conservato le “funzioni” allo stesso storicamente affidate nell’ambito della pratica estorsiva nonostante l’avvicendarsi dei boss alla guida del sodalizio, avendo costituito lo storico punto di riferimento anche tra le opposte fazioni succedutesi, nel tempo, alla guida dell’organizzazione. Si evidenzia come il Tribunale abbia recepito nelle motivazioni poste a fondamento della fase constatativa della pericolosità sociale espressa dal soggetto, la continuità temporale del suo apporto causale all’organizzazione mafiosa, senza soluzione di continuità, tra gli anni ’90 e l’attuale. L’attualità della sua pericolosità è stata, inoltre, rappresentata anche in relazione alla specifica attività condotta territorialmente dal Commissariato di polizia di Barcellona Pozzo di Gotto che, nel 2020, lo aveva più volte segnalato allorchè si trovava agli arresti domiciliari, avendo ripetutamente violato le prescrizioni del Gip e del Tribunale di Sorveglianza di Messina. In tal senso, il Collegio della Prevenzione, accogliendo le richieste dei proponenti, nel maggio 2022 ha disposto il sequestro di un cospicuo patrimonio immobiliare al Porcino riconducibile, nonostante le fittizie intestazioni a prossimi congiunti. Nello specifico si tratta di sei immobili siti a Barcellona, uno dei quali oggetto di una assai rilevante quanto economicamente dispendiosa opera di ristrutturazione che ne ha elevato il valore in maniera cospicua, in mancanza di una qualunque capacità reddituale e patrimoniale per realizzare l’investimento. Il Tribunale della Prevenzione ha ritenuto che a questi fosse effettivamente riconducibile anche una ditta di ristorazione che, seppure intestata al figlio, aveva costituito, sin dagli anni ’90, il luogo di esercizio dell’attività di gioco d’azzardo da parte del padre. Si tratta proprio della sala giochi che, sin dagli anni ’80, aveva attirato l’interesse investigativo del personale della Polizia di Stato. Successivamente convertito in attività ristorativa, si è potuto dimostrare che il padre dell’attuale intestatario ne aveva assunto la gestione effettiva e ne aveva assicurato, nel tempo, il sostegno economico, proveniente da rimesse di danaro provento delle estorsioni, come peraltro attestato anche dalla evidente sperequazione tra redditi e tenore di vita riferito al destinatario della misura ed ai familiari intestatari fittizi. Il valore dei beni in confisca che includono anche numerosi rapporti di conto corrente, ammonta a circa 1 milione di euro.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, mercoledì 29 novembre 2023, ore 15,24.