L’imprenditore barcellonese IMMACOLATO BONINA (foto in alto), condannato in primo grado a 5 anni e 3 mesi di reclusione dalla prima sezione del tribunale di Messina con l’accusa di estorsione nei confronti di un gruppo di dipendenti che lavoravano al supermercato della Ipersigma a Messina Tremestieri, è stato assolto dalla Corte d’Appello di Messina…
Ribaltando il verdetto la Corte d’Appello di Messina (presidente Blatti, a latere Cannizzaro e Sagone) ha assolto l’imprenditore barcellonese Immacolato Bonina ritenendo inesistente il reato di estorsione contestato in primo grado evidenziando, peraltro, come dall’esame delle stesse buste paga prodotte dall’accusa in primo grado, emergesse l’esatta coincidenza tra quanto corrisposto al lavoratore e quanto indicato nelle buste paga. Da qui l’assoluzione per Bonina e la revoca di tutte le statuizioni civilistiche emesse in primo grado a favore della parte civile. In difetto di costituzione di parte civile da parte degli altri cinque lavoratori indicati come persone offese la Corte d’Appello, non affrontando il merito, ha comunque dichiarato la prescrizione del reato. Bonina è stato difeso dagli avvocati Francesco Aurelio Chillemi e Antoniele Imbesi.
La prima sezione del tribunale di Messina (presidente Silipigni) il 18 settembre 2019 aveva inflitto una pesante condanna all’imprenditore barcellonese Immacolato Bonina: 5 anni e 3 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, risarcimento alle parti civili costituite. Il patron dei supermercati con il marchio Sigma in Sicilia e già presidente del Barcellona di basket che fu, era stato accusato di estorsione ai danni di alcuni lavoratori, suoi dipendenti. Secondo l’accusa Bonina aveva costretto i dipendenti del supermercato di Messina Tremestieri, inserito nella catena Ipersigma, a dichiarare di avere percepito il regolare stipendio mentre in realtà a loro restava un salario più basso, dietro minaccia di licenziamento. Comunque la vicenda riguardava fatti relativi sino al 2008 mentre per gli anni precedenti il reato era stato dichiarato prescritto. Il processo era un troncone di una indagine ad ampio raggio portata avanti dalla Tenenza della guardia di finanza di Barcellona Pozzo di Gotto sulla gestione Bonina, sia in città che in provincia. Le Fiamme Gialle avevano quantificato in oltre 1.200.000 euro gli stipendi non pagati a circa 80 lavoratori complessivamente, che sarebbero stati costretti a firmare contratti “in solidarietà” mentre in realtà continuavano a lavorare 40 ore e non 28. Con il contratto Bonina aveva ottenuto un contributo di solidarietà dall’Inps di circa 30.000 euro. Complessivamente la guardia di finanza aveva quantificato in oltre 1.200.000 euro gli stipendi non pagati. Adesso l’assoluzione.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, giovedì 11 novembre 2021, ore 12,43.