I carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina, nell’ambito di due distinte attività, hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro beni, emessi dal Tribunale del capoluogo peloritano – Sezione Misure di Prevenzione -, su proposta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di due indiziati di mafia in relazione alle organizzazioni criminali di Tortorici e di Barcellona Pozzo di Gotto. Sequestrate imprese agricole, terreni e altri immobili per un valore di 140.000 euro. Si tratta di GIUSEPPE COSTANZO ZAMMATARO, di Tortorici e CARMELO VITO FOTI, di Barcellona. Il servizio sul link Cronaca…
GIUSEPPE LAZZARO
I carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina, nell’ambito di due distinte attività, hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro beni, emessi dal Tribunale del capoluogo peloritano – Sezione Misure di Prevenzione -, su proposta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di due indiziati di mafia in relazione alle organizzazioni criminali di Tortorici e di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il sequestro eseguito dal Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma, finalizzato all’eventuale futura confisca, scaturisce dagli accertamenti di carattere patrimoniale che hanno consentito di verificare e documentare come Giuseppe Costanzo Zammataro, esponente con ruolo apicale della famiglia mafiosa “tortoriciana”, articolazione del clan dei Batanesi, attualmente detenuto, arrestato il 15 gennaio 2020 nell’ambito dell’operazione “Nebrodi”, condotta sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, avesse accumulato, nel tempo, un patrimonio risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati da lui e dai suoi familiari. In particolare, il 31 ottobre 2022, il soggetto, all’esito del processo di primo grado scaturito dall’operazione del 2020, è stato condannato dal Tribunale di Patti alla pena di 16 anni e 4 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso, plurime truffe aggravate in concorso per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed impiego di denaro di provenienza illecita e trasferimenti fraudolenti di valori, emergendo come un vero e proprio collettore di interessi nel settore degli aiuti comunitari per conto dell’associazione mafiosa investigata. Il processo in appello è in corso di svolgimento a Messina.
Il sequestro eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale di Messina, anch’esso frutto di verifiche patrimoniali e finalizzato all’eventuale confisca, è stato emesso nei confronti di uno dei vertici dell’associazione mafiosa della “famiglia barcellonese”, Carmelo Vito Foti, anche lui detenuto, condannato già nel 2007, in via definitiva per associazione di tipo mafioso e coinvolto in più vicende giudiziarie, in particolare per la commissione di plurimi episodi di estorsione, che gli avrebbero consentito di ottenere significative disponibilità economiche illecite. Da ultimo, l’uomo è stato arrestato il 22 febbraio 2022, nell’ambito dell’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha disarticolato la riorganizzazione del gruppo mafioso del Longano, a seguito della quale, il 3 febbraio 2023, è scaturita, a suo carico, la sentenza di condanna, in rito abbreviato, del Gup del Tribunale di Messina, alla pena di 20 anni di reclusione, quale capo promotore del sodalizio.
I beni sequestrati, intestati anche ai familiari dei soggetti coinvolti, hanno riguardato, per l’appartenente alla famiglia “tortoriciana”, 3 imprese agricole di Tortorici e numerose particelle censite al catasto terreni del Comune di Centuripe (Enna), per un valore complessivo di circa 90.000 euro mentre, per quanto riguarda l’esponente della “famiglia barcellonese”, un immobile adibito a uso commerciale, situato a Barcellona Pozzo di Gotto, per un valore stimato di circa 50.000 euro.
Edited by, lunedì 20 maggio 2024, ore 14,20.