A quasi dieci anni di distanza dal blitz, si è chiusa la vicenda giudiziaria scaturita dall’operazione “CONCUSSIO”, condotta dalla Dda, su una presunta richiesta estorsiva ad una impresa di Brolo che, nella vallata di Tusa, si era aggiudicata i lavori a Fiumara d’Arte del mecenate ANTONIO PRESTI. La Corte d’Appello di Messina ha dichiarato, per estinzione del reato, la prescrizione delle accuse per GIUSEPPE LO RE, detto Pino (foto in alto), di Caronia e per la zia, la cartomante di Acquedolci ISABELLA DI BELLA. Il tutto dopo una condanna in appello e un annullamento in Cassazione. Era già stato assolto l’ex consigliere comunale di Mistretta VINCENZO TAMBURELLO. Il servizio…
Prescrizione. Con la riqualificazione del reato da tentata estorsione a tentata truffa, sono state prescritte, con l’estinzione del reato, le accuse a Giuseppe Lo Re, detto Pino, di Caronia e alla zia, la cartomante di Acquedolci Isabella Di Bella (foto sotto).
E così si chiude, dopo numerose tappe giudiziarie comprese quelle in Cassazione, la vicenda scaturita dall’operazione “Concussio” che aveva già visto assolto, dopo una condanna e l’annullamento, l’ex consigliere comunale di Mistretta, il commercialista Vincenzo Tamburello.
La sentenza è stata emessa, dopo il secondo rinvio disposto dalla Cassazione, dalla Corte d’Appello di Messina (presidente Katia Mangano). In precedenza, nel novembre 2022, un’altra sezione della Corte d’Appello di Messina, aveva condannato il Lo Re a 4 anni e la zia a 2 anni e 6 mesi, con l’esclusione dell’aggravante del metodo mafioso contestata in fase preliminare e sino al primo grado. La Suprema Corte annullò detta sentenza con rinvio e adesso ecco l’ultima tappa in appello. I due imputati sono stati difesi dagli avvocati Giuseppe Serafino, del foro di Messina e Alvaro Riolo, del foro di Patti. Il 15 ottobre scorso l’allora sostituto procuratore generale Maurizio Salamone (adesso in quiescenza), al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna di Lo Re a 4 anni di reclusione e della Di Bella a 2 anni e 6 mesi, cioè le stesse pene inflitte dal primo verdetto della Corte d’Appello di Messina.
L’operazione “Concussio” scattò nella primavera 2015 ed era una indagine, coordinata dalla Dda di Messina e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina, che vedeva al centro le presunte richieste di “pizzo” per l’appalto da un milione di euro bandito dal Comune di Mistretta per il restauro delle 12 opere della Fiumara d’Arte, il meraviglioso parco di sculture più grande d’Europa creato dal mecenate Antonio Presti nella grande vallata di Tusa. Nel mirino finì una impresa edile di Brolo che si era aggiudicata l’appalto. Non solo scattarono gli arresti ma il consiglio comunale di Mistretta fu poi sciolto per infiltrazioni mafiose.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, martedì 11 febbraio 2025, ore 11,47.