Catania: Dopo 18 ore di processione Sant’Agata è rientrata a casa – IL VIDEO

Dopo 18 ore di processione SANT’AGATA stamane è rientrata a casa. La patrona di Catania, alle 11,30, ha fatto il suo ingresso in Cattedrale da dove era uscita giorno 5 alle 17,15. Il servizio sulla terza festa del mondo e prima come patronale. In alto il video della suggestiva ed emozionante salita di via Sangiuliano fatta stamane, in basso il servizio. Tutto sul link Sicilia News…

Dopo 18 ore di processione Sant’Agata è rientrata a casa. La patrona di Catania, alle 11,30, ha fatto il suo ingresso in Cattedrale (foto sotto) da dove era uscita giorno 5 alle 17,15.

Tutta la notte i devoti hanno seguito la patrona per il giro interno attraverso il centro di Catania: via Etnea, piazza Università, via Caronda, piazza Cavour con lo spettacolo pirotecnico al Borgo (cominciato alle 6,30), la lunga discesa fino ai Quattro canti, la salita di Sangiuliano (9,40), il canto delle monache di clausura in via Crociferi (10,18), la via Garibaldi e il ritorno in Cattedrale.

Il 5 febbraio ricorre, secondo il calendario liturgico, la festa patronale di Sant’Agata nota anche per essere la terza festa cristiana più grande e sentita del mondo dopo quelle della Semana Santa di Siviglia e del Corpus Domini di Cuzco in Perù.

Durante la prima settimana di febbraio la città etnea viene inondata da decine e decine di migliaia di fedeli provenienti da tutta la regione, ma molti anche dall’estero, raggiungendo i picchi massimi tra il 3 e il 5 – giornata effettiva della Santa martire.

Ma chi era Sant’Agata e perché ha una valenza così significativa? Agata era una nobildonna romana martirizzata per la sua fede cristiana nel III secolo dopo Cristo, dal pro-console Quinziano. Quest’ultimo, infatti, si era invaghito della giovane ma davanti al suo rifiuto aveva deciso di accusarla di vilipendio della religione di Stato (allora ancora pagana), processandola e torturandola. In particolare tra le atrocità peggiori subite dalla ragazza si ricorda il tentativo di strapparle i seni con delle tenaglie – ecco infatti perché uno dei dolci tipici etnei sono proprio le “minnuzze” – e quello di bruciarla viva. Dopo la sua morte il suo corpo fu imbalsamato e, secondo alcune leggende, si narra che, grazie ad esso, furono eseguiti alcuni miracoli come quello di fermare la lava dell’Etna durante una eruzione.

Nonostante si tratti di una storia avvenuta nella fase del proto Cristianesimo, la sua figura iniziò ad acquisire importanza solo in età medievale: i primi festeggiamenti risalgono infatti al 17 agosto 1126 quando le spoglie della Santa erano state rubate e portate a Costantinopoli e poi, grazie all’intervento di alcuni soldati, restituite. Per questo, a ogni 17 agosto, Sant’Agata esce dal sacello per una processione in occasione della festa estiva.

Inizialmente i festeggiamenti si tenevano solo dentro la Cattedrale ma nel 1376, anno di costruzione della vara, prese piede l’usanza di portarla in processione per la città. Inoltre fino a fine ‘600 la festa si teneva solo un giorno mentre dal 1712 fu strutturata in due giornate, il 4 e il 5 febbraio. Questa scelta fu dovuta al fatto che, dopo la ricostruzione della città in seguito a un terremoto, le vie erano così grandi da non riuscire a ultimare la processione. Oggi la festa di Sant’Agata è riconosciuta a livello internazionale e nel 2005 fu riconosciuta come Bene Etneo Antropologico dell’Umanità della città di Catania.

              Rachele Liuzzo

Edited by, giovedì 6 febbraio 2025, ore 14,23. 

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