Iniziano oggi, davanti al Gip del Tribunale di Messina, gli interrogatori delle quindici persone, delle quali 14 in carcere e una ai domiciliari, arrestate martedì nell’operazione condotta dalla polizia ai danni di una parte del clan mafioso dei “Barcellonesi”, quello degli Ofria (i dettagli nel servizio postato martedì sul link Cronaca). Foto in alto uno degli arrestati: SALVATORE OFRIA. Il servizio…
Iniziano oggi, davanti al Gip del Tribunale di Messina, gli interrogatori delle quindici persone, delle quali 14 in carcere e una ai domiciliari, arrestate martedì nell’operazione condotta dalla polizia ai danni di una parte del clan mafioso dei “Barcellonesi”, quello degli Ofria.
Davanti al giudice compariranno: Giuseppe Accetta, 41 anni, nato a Milazzo, residente a Barcellona; Luisella Alesci, 53 anni, nata a Messina, residente a Barcellona; Salvatore Crinò, 57 anni, di Barcellona; Natale Antonino De Pasquale, 44 anni, di Barcellona; Tiziana Francesca Foti, 52 anni, di Barcellona; Angelo Munafò, 44 anni, di Barcellona; Antonino Ofria, 21 anni, di Barcellona; Carmelo Ofria, 32 anni, nato a Milazzo, residente a Barcellona; Chiara Ofria, 25 anni, nata a Milazzo, residente a Barcellona; Domenico Ofria, 53 anni, di Barcellona; Giuseppe Ofria, 40 anni, di Barcellona; Salvatore Ofria, 60 anni, di Barcellona; Fabio Andrea Salvo, 51 anni, di Barcellona; Paolo Salvo, 54 anni, di Barcellona; Salvatore Virgillito, 60 anni, nato a Paternò, domiciliato a Catania.
Gli indagati sono tutti destinatari di misura di massimo rigore, tranne Chiara Ofria – ai domiciliari –, gli altri quattordici sono ristretti in carcere e sono difesi dagli avvocati Tindaro Grasso, Salvatore Silvestro, Giuseppe Lo Presti, Massimo Alosi, Giuseppe Cicciari, Tino Celi, Tommaso Calderone, Francesco Scattareggia Marchese e Angelo Mangione.
Stando alle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, sarebbe maturata un’appropriazione di denaro, sottraendolo dalle casse dell’impresa “Bellinvia”, oggetto di confisca dopo l’operazione “Gotha”, scattata il 24 giugno 2011, al fine di agevolare l’associazione mafiosa. Impresa di cui originaria formale titolare era Carmela Bellinvia, madre di Salvatore Ofria, attiva nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e speciali, nonché commercio di ricambi e accessori per veicoli. Ditta peraltro oggetto di provvedimento di confisca. Proprio Salvatore Ofria avrebbe assunto l’effettiva titolarità della “Bellinvia”, coadiuvato nella gestione dalla moglie Luisella Alesci e dalla cognata Tiziana Foti, soprattutto durante la detenzione dello stesso Ofria. Inoltre, gli utili sarebbero stati percepiti dall’azienda in nero, generando così profitti criminali grazie al sistema della mancata registrazione dei prodotti della rottamazione. Avrebbe controllato l’attività economica anche il fratello Domenico Ofria, mentre altro ruolo chiave, amministrativo e contabile, è attribuito a Paolo Salvo, storico ragioniere della ditta. Altrettanto gravi le accuse mosse all’amministratore giudiziario della ditta che era stata confiscata, il commercialista Salvatore Virgillito, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Catania.
I reati ipotizzati sono concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosi.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, giovedì 16 gennaio 2025, ore 11,02.