Operazione antimafia della polizia nel catanese. Gli agenti della Squadra mobile di Catania e del Commissariato di Adrano, su delega della Dda di Catania e con il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine, hanno eseguito 20 arresti. I destinatari della misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e porto e detenzione illecita di armi da sparo, reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione. Il servizio sul link Sicilia News…
Operazione antimafia della polizia nel catanese. Gli agenti della Squadra mobile di Catania e del Commissariato di Adrano, su delega della Dda di Catania e con il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine, hanno eseguito 20 arresti. I destinatari della misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e porto e detenzione illecita di armi da sparo, reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione.
L’indagine, che riguarda il clan Scalisi di Adrano, articolazione territoriale della famiglia Laudani di Catania, ha documentato il riassetto dei vertici e l’attuale organigramma dell’organizzazione mafiosa. Sono state inoltre accertate numerose estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori adraniti costretti a pagare mensilmente somme di denaro agli esattori dell’organizzazione mafiosa.
Le indagini, avviate nel 2021, hanno messo in luce come, dopo la scarcerazione nel 2022, il componente storico del clan, Alfio Di Primo, una volta tornato in libertà, era tornato reggente. Di Prima è il cognato di Giuseppe Scarvaglieri, indiscusso capo del clan, già condannato all’ergastolo e detenuto dal 2018 al 41 bis (carcere duro), la cui autorità è tuttora riconosciuta dagli affiliati che lo indicano come “principale principale” per distinguerlo da Alfio Di Primo, indicato come “principale”.
E’ stato ricostruito l’organigramma che vede, al livello immediatamente inferiore a Di Primo, Antonino Garofalo, il quale gestiva e coordinava gli altri membri del clan, tra i quali spiccano Andrea Stissi e Dario Sangrigoli. Sono stati ricostruiti diversi episodi di “pizzo” a commercianti e imprenditori, con intimidazioni verso chi si rifiutava di pagare. Le casse del clan si rifornivano anche attraverso il traffico di cocaina e marijuana. Emersa la pericolosità della cosca che aveva a disposizione armi da sparo per presidiare il territorio e difendersi da eventuali ingerenze da parte di gruppi mafiosi rivali.
GLI ARRESTATI
1. DI PRIMO Alfio (classe 1967)
2. BUA Emanuel (cl. 1990)
3. CASTRO Pietro (cl. 1997)
4. CASTRO Vincenzo (cl. 2002)
5. CENTAMORE Emanuele (cl. 2001)
6. DI GIOVANNI Francesco Pio (cl. 2004)
7. GAROFALO Antonino (cl. 1968)
8. LO CURLO Alfio (cl. 1992)
9. MACCARRONE Claudio (cl. 2002)
10. MACCARRONE Pietro (cl. 2003)
11. NICOLOSI Concetto Cristian (cl. 2003)
12. PALERMO Salvatore (cl. 1987)
13. RESTIVO Vincenzo (cl. 1999)
14. SANGRIGOLI Dario (cl. 2000)
15. SANTANGELO Giuseppe (cl. 2002)
16. SCAFIDI Salvatore (cl. 1997)
17. SCALISI Alfio (cl. 2002)
18. STISSI Andrea (cl. 1997)
19. STISSI Marcello (cl. 1973)
20. VINCIGUERRA Massimiliano (classe1975).
g.l.
Edited by, venerdì 20 dicembre 2024, ore 11,48.