Nebrodi: Nuovo sequestro di beni per Gino Calcò Labruzzo

Nuovo sequestro di beni, dopo quello dello scorso 5 giugno da un milione di euro (grafica in alto), nei confronti di GINO CALCO’ LABRUZZO, originario di Tortorici, residente a Montalbano Elicona, fratello di SALVATORE, considerato dalla Dda di Messina come il referente per Montalbano Elicona del clan mafioso di Tortorici dei Batanesi. Sotto chiave è finito un conto corrente nel quale, secondo l’accusa, potevano arrivare contributi provenienti dall’Agea. Il servizio…

Nuovo sequestro di beni, dopo quello dello scorso 5 giugno da un milione di euro, nei confronti di Gino Calcò Labruzzo, originario di Tortorici, residente a Montalbano Elicona, fratello di Salvatore, considerato dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina come il referente per Montalbano Elicona del clan mafioso di Tortorici dei Batanesi.

Il decreto, siglato dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Messina (presidente Domenico Armaleo), è stato richiesto dalla stessa Dda. Sotto sequestro è finito il conto corrente della “Fratelli Calcò Labruzzo società Semplice Agricola”, acceso alle Poste Italiane nel 2019. Amministratore è stato nominato l’avvocato Nunziello Anastasi, l’udienza di trattazione è stata fissata per il prossimo 10 dicembre.

Secondo l’accusa il conto corrente suddetto, per il tramite di una società di comodo fittiziamente intestata a terzi, ha captato e potrebbe ulteriormente captare indebitamente contributi provenienti dall’Agea.

IL PRECEDENTE SEQUESTRO

Lo scorso 5 giugno i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina avevano eseguito un decreto di sequestro patrimoniale emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale, nei confronti di Gino Calcò Labruzzo, destinatario anche ai familiari, destinatario delle investigazioni economico-patrimoniali. In particolare erano state valorizzate le evidenze giudiziarie emerse nell’indagine “Terra mia”, risalente al 2018, e, soprattutto, le risultanze dell’operazione “Nebrodi”, significativa attività investigativa che, nel blitz scattato il 15 gennaio 2020, ha consentito di delineare i contorni di una complessa organizzazione criminale di matrice mafiosa, riferibile a due articolazioni del gruppo dei “Tortoriciani”, quella dei Batanesi e quella dei Bontempo Scavo, coinvolte nella commissione di plurime attività illecite nel territorio dei Nebrodi. Più nel dettaglio, le investigazioni hanno documentato la costante operatività di tali compagini criminali nella provincia di Messina, verificando una specifica e peculiare propensione, tra l’altro, alla commissione di illeciti nel redditizio settore delle truffe comunitarie in agricoltura, per l’ottenimento indebito di fondi comunitari a valere sulla Politica Agricola Comune.

Calcò Labruzzo, come sintetizzato nel percorso motivazionale della sentenza di primo grado del Tribunale di Patti, nell’ambito della richiamata operazione “Nebrodi”, risultava un soggetto in strettissimi rapporti con i Batanesi, al punto da rappresentare la “famiglia” in occasione di summit organizzati con gli esponenti della criminalità organizzata catanese. In tale contesto era emerso come si occupasse di dirimere questioni attinenti al controllo del territorio, nonché gestire le estorsioni e gli appezzamenti di terreno da utilizzare per il compimento delle truffe in danno dell’Agea. La misura di prevenzione patrimoniale ebbe ad oggetto, complessivamente, 3 compendi aziendali comprensivi dei relativi beni patrimoniali (attivi nel settore agricolo), 6 terreni e 2 rapporti finanziari nella disponibilità diretta e indiretta o comunque riconducibili al proposto, per un valore complessivo di stima pari ad 1 milione di euro.

             Giuseppe Lazzaro

Edited by, mercoledì 20 novembre 2024, ore 10,04. 

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