La Corte d’Appello di Messina ha confermato 14 condanne delle quali nove sono state ridotte e cinque uguali rispetto al giudizio di primo grado, relativo a uno dei filoni dell’operazione “DINASTIA” (foto in alto), scattata a fine febbraio 2020, nei confronti delle vecchie e nuove leve del gruppo dei “Barcellonesi” e gli affari soprattutto di droga, di un gruppo che trafficava e gestiva stupefacenti – cocaina, hashish e marijuana – nella zona compresa tra Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Terme Vigliatore e sino alle Isole Eolie. Il servizio sul link CRONACA…
La Corte d’Appello di Messina (presidente Antonino Giacobello) ha confermato 14 condanne delle quali nove sono state ridotte e cinque uguali rispetto al giudizio di primo grado, relativo a uno dei filoni dell’operazione “Dinastia”, scattata a fine febbraio 2020, nei confronti delle vecchie e nuove leve del gruppo dei “Barcellonesi” e gli affari soprattutto di droga, di un gruppo che trafficava e gestiva stupefacenti – cocaina, hashish e marijuana – nella zona compresa tra Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Terme Vigliatore e sino alle Isole Eolie. Il 16 febbraio scorso la Cassazione decise l’annullamento con rinvio per questo gruppo di imputati che, in appello, erano già stati destinatari di sentenza il 25 luglio 2022.
LA SENTENZA
Sono 9 le rideterminazioni delle pene, compreso un patteggiamento accolto in appello. Ecco le nuove condanne decise dalla Corte d’Appello di Messina:
Francesco Anania, ex carabiniere di Milazzo: 13 anni e 4 mesi;
Lucia Bilardo: 1 anno e 240 euro di multa (concesse le attenuanti generiche, pena sospesa);
Pietro Bonfiglio: 3 anni e 14.000 euro di multa (concesse le attenuanti generiche, si tratta di detenzione, trasporto e cessione di cocaina);
Fabio Crea: 2 anni e 8 mesi+12.000 euro di multa (concesse le attenuanti generiche, si tratta di detenzione, trasporto e cessione di cocaina);
Carmelo Driacchio: 2 anni e 8 mesi+12.000 euro di multa (concesse le attenuanti generiche, si tratta di detenzione, trasporto e cessione di cocaina);
Vincenzo Gullotti, figlio del capomafia Giuseppe, detenuto dal 1999, per lungo tempo al vertice di Cosa nostra barcellonese: 3 anni e 14.000 euro di multa (concesse le attenuanti generiche, si tratta di finanziamento e acquisto della cocaina);
Carmelo Mazzù, di Oliveri: 12 anni (la pena, riferita al reato associativo, è stata decisa in “continuazione” con i reati di una sentenza del 2016, è stato poi assolto nel merito con la formula “per non avere commesso il fatto” da un reato di droga);
Antonino Signorello: 4 anni, 5 mesi e 10 giorni (concesse le attenuanti generiche).
La Corte d’Appello ha poi ratificato, ritenendola quindi congrua rispetto ai reati, la pena concordata tra accusa e difesa di 8 anni e 4 mesi per Giovanni Fiore, considerato il mandante dell’incendio della motonave “Eolo d’Oro” avvenuto a Giammoro, frazione di Pace del Mela, la notte del 3 dicembre 2014 e ritenuto collegato con il clan catanese dei Laudani.
Ci sono poi cinque conferme decise dai giudici rispetto alla prima sentenza d’appello del luglio 2022. Si tratta di:
Pietro Caliri: 10 anni e 6 mesi;
Salvatore Bucolo: 9 anni e 4 mesi, in “continuazione” con una precedente sentenza;
Francesco Ianniello: 2 anni;
Samuele Marino: 2 anni;
Andrea Villini: 8 anni e 4 mesi.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Le difese possono ricorrere nuovamente in Cassazione.
L’OPERAZIONE
L’operazione “Dinastia” scattò a fine febbraio 2020 con l’esecuzione di 59 misure cautelari, fu coordinata dalla Dda di Messina e condotta dai carabinieri nei confronti della famiglia mafiosa dei “Barcellonesi”, operante a Barcellona Pozzo di Gotto e sul versante tirrenico della provincia di Messina. Le indagini portarono all’arresto di affiliati e gregari della consorteria mafiosa barcellonese che negli ultimi anni avevano investito nel settore del traffico di sostanze stupefacenti, per integrare i proventi illeciti derivanti dalle estorsioni.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, sabato 16 novembre 2024, ore 14,50.