Ucria: Il duplice omicidio del Ferragosto 2019. Ridotta, da 30 a 20 anni, la condanna (definitiva) a Russo

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda giudiziaria scaturita dal duplice omicidio avvenuto la sera di Ferragosto del 2019 a Ucria quando furono uccisi ANTONINO detto “Nuccio” e FABRIZIO CONTIGUGLIA, rispettivamente zio e nipote (foto sopra in alto). La Suprema Corte – per ragioni spiegate nel servizio – ha ridotto la condanna da 30 a 20 anni, adesso è definitiva, nei confronti del macellaio di Paternò SALVATORE RUSSO (foto in basso), accusato di duplice omicidio e tentato omicidio. I dettagli e la ricostruzione della vicenda nel servizio sul link Cronaca…

GIUSEPPE LAZZARO

Da 30 a 20 anni. E’ questa la pena definitiva, con 5 anni già scontati, nei confronti di Salvatore Russo, 33 anni, il macellaio di Paternò condannato per il duplice omicidio avvenuto la sera di Ferragosto del 2019 a Ucria quando furono uccisi Antonino “Nuccio” Contiguglia, 62 anni e il nipote Fabrizio Contiguglia, 27 anni. La pena è stata rideterminata dalla Corte di Cassazione e la riduzione si deve alla mancata diminuente prevista per il rito abbreviato. La Suprema Corte, in pratica, ha tecnicamente annullato senza rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Messina il 5 luglio 2023 ma si è poi pronunciata “limitatamente al trattamento sanzionatorio per mancata applicazione della riduzione per il rito abbreviato”.

Da qui la rideterminazione della pena, con la riduzione di 10 anni e il rigetto del resto del ricorso presentato dalla difesa dell’imputato sempre ristretto in carcere.

Il 5 luglio dello scorso anno la Corte d’Assise d’Appello di Messina (presidente Carmelo Blatti) aveva confermato la condanna, a 30 anni di reclusione confermando anche le assoluzioni decise sempre in primo grado con la formula “perché il fatto non sussiste”, per gli altri imputati, i parenti delle vittime, ovvero Vittorio Contiguglia, Santino Contiguglia e il figlio Salvatore, che rispondevano tutti e tre di violenza privata in concorso. Con la conferma integrale delle statuizioni di primo grado furono implicitamente confermati anche i risvolti per i risarcimenti decisi il 6 aprile 2022 dalla Corte d’Assise di Messina nella sentenza di primo grado, tutti a carico di Russo: quello in sede civile da definirsi in un futuro processo nella apposita sede, e poi la provvisionale, cioè un risarcimento immediato, di 40.000 euro ciascuno “…a favore di Ricciardi Benedetta e Contiguglia Vittorio”. Inoltre Salvatore Russo fu condannato anche in appello al risarcimento dei danni sofferti dalle costituite parti civili: Franca Palmeri; Davide, Luca, Maurizio, Concetta Marcello e Santino Giovanni Contiguglia; Benedetta Ricciardi; Vittorio e Salvatore Contiguglia da liquidarsi in separata sede. I legali delle parti civili costituite sono stati gli avvocati Alessandro Pruiti Ciarello e Luigi Gangemi mentre gli avvocati Enrico Trantino (l’attuale sindaco di Catania n.d.r.), Salvatore Liotta e Giuseppe Bonavita sono stati impegnati per la difesa.

LA VICENDA

Alla base del duplice omicidio ci fu una lite scaturita per l’utilizzo di un parcheggio per diversabili nel pieno centro di Ucria. L’imputato Russo con il cognato Daniele Balsamo e le rispettive famiglie stavano trascorrendo le vacanze estive nel centro nebroideo nell’agosto 2019 ma ebbero uno scontro verbale con i componenti della famiglia Contiguglia per l’utilizzo di quel parcheggio. Così la sera del 15 agosto 2019, insieme ad altri quattro familiari, Santino Contiguglia, parente delle due vittime, si recò a casa di Russo, chiedendogli di uscire per un chiarimento. La prima ipotesi prospettata dagli inquirenti, coordinati dal Procuratore di Patti Angelo Cavallo e dal sostituto procuratore Andrea Apollonio, era che il macellaio paternese si fosse impossessato di una pistola con la quale fece fuoco durante una colluttazione con i Contiguglia e strappando l’arma dalle mani di uno di loro, tanto da invocare inizialmente, con i propri legali, la legittima difesa. Ma la ricostruzione balistica e le successive indagini dei carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Patti, al comando dell’allora tenente, oggi capitano, Rocco Romeo, portarono al dibattimento ben altro. Nell’avviso di conclusione indagini, infatti, era scritto che la pistola, una Beretta semiautomatica calibro 7,65, sarebbe stata in possesso dello stesso Russo, che la deteneva illegalmente dopo averla acquistata sul mercato nero da un rumeno nel 2017 e occultandola in una botola della sua abitazione di Paternò. Secondo gli inquirenti, alla vigilia di Ferragosto e il giorno prima dell’appuntamento con i Contiguglia, l’imputato si sarebbe recato a Paternò proprio per prendere l’arma e rientrando a Ucria poche ore dopo e, quindi, la sera del “chiarimento”, avrebbe estratto la pistola dalla tasca dei pantaloni per sparare a bruciapelo e a distanza ravvicinata due colpi all’indirizzo di Antonino “Nuccio” e Fabrizio Contiguglia, colpiti alla testa e morti sul colpo e ferendo un altro dei Contiguglia, Salvatore (nipote di “Nuccio”), che scampò alla morte gettandosi oltre un muretto ma dopo essere stato centrato da tre colpi che lo portarono ad essere sottoposto ad altrettanti interventi chirurgici al Papardo a Messina. Fabrizio Contiguglia, la giovane vittima, viveva con la famiglia e lavorava in Toscana e si trovava a Ucria in ferie mentre l’altra vittima, lo zio Antonino, in passato era stato arrestato e condannato nell’ambito dell’operazione antimafia “Mare Nostrum”, scattata il 6 giugno 1994.

Edited by, venerdì 11 ottobre 2024, ore 10,03. 

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