SALUTE&BENESSERE: PREVEDERE 30 ANNI PRIMA I PROBLEMI CARDIOVASCOLARI

Un sorprendente risultato arriva dallo studio di alcuni scienziati a Boston secondo i quali sarà possibile prevedere i problemi cardiovascolari, e quindi prevenire gli infarti per esempio, trent’anni prima. Analizza tutto la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”. Il servizio…

Con ben trent’anni di anticipo sarà possibile prevedere il rischio cardiovascolare nella donna. Questo risultato sorprendente per la prevenzione primaria è stato raggiunto da alcuni scienziati del Center for Cardiovascular Disease Prevention del Brigham and Women’s Hospital di Boston che hanno misurato alcuni lipidi nel flusso sanguigno insieme ai valori della proteina C-reattiva (PCR), un marcatore dell’infiammazione.

I ricercatori hanno raccolto dati derivanti da 27.939 operatrici sanitarie che hanno partecipato attivamente allo studio a partire dagli anni ’90 (tra il 1992 e il 1995).

Le donne monitorate nel corso dei 30 anni hanno avuto un infarto, un ictus, un intervento chirurgico per la circolazione sanguigna e un decesso a causa di problemi cardiovascolari. Gli scienziati hanno mostrato, attraverso valori registrati sui parametri considerati, che la PCR, il colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL), la lipoproteina(a), un lipide in parte costituito da LDL possono singolarmente predire il rischio di questi eventi cardiovascolari.

Nello specifico, livelli alti di colesterolo LDL erano associati a un rischio elevato di sviluppare malattie cardiache (+36%), mentre PCR elevata nelle donne aumentava il rischio del 70% più alto di incorrere in problematiche cardiovascolari. I risultati conseguiti mostrano l’importanza di valutare differenti fattori ma potrebbero essere anche utili per definire attività e strategie precoci al fine di rilevare tempestivamente le malattie cardiache.

Per la prevenzione di infarti e ictus è importante tenere entro certi limiti anche la pressione sanguigna.

Alcuni scienziati hanno scoperto che consumare crucifere (broccoli, verza e cavoli) abbassa la pressione sanguigna di più rispetto ad altri ortaggi a radice come la zucca e la patata dolce. Lo studio, pubblicato su BMC Medicine, ha mostrato che alcuni composti presenti quasi esclusivamente nelle suddette verdure a foglia verde, chiamate anche brassicacee, sono in grado di abbassare la pressione sanguigna negli animali.

L’ipertensione è una delle maggiori cause delle malattie cardiovascolari, pertanto, aumentare il consumo di verdure, soprattutto in età adulta, favorisce una buona salute del cuore. L’ideale sarebbe mangiare le verdure nella maggior parte dei giorni della settimana. Anche se gli ortaggi sono ampiamente consumati, secondo i ricercatori in Australia meno di un adulto su 15 ne assume abbastanza.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 13 settembre 2024, ore 17,46. 

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