Calcoli renali. Un altro argomento, importante e delicato, viene trattato, per la seconda parte (la prima pubblicata venerdì scorso, vedere servizio postato in archivio ndr), in questa settimana dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”. Il servizio…
La scorsa settimana abbiamo visto nel dettaglio la tipologia dei calcoli renali. Oggi vediamo quali sono i sintomi e come è possibile prevenirli.
Quando i calcoli renali sono piccoli, spesso riescono ad attraversare l’uretere, la vescica, l’uretra e ad essere espulsi all’esterno con le urine, senza dolore.
La presenza e il passaggio dei calcoli renali, tuttavia, può causare la comparsa di un dolore acuto e improvviso che si estende nella regione addominale e lombare, noto come colica renale.
Quando il calcolo rimane bloccato nel rene, oppure non riesce a passare con facilità attraverso le vie urinarie si possono manifestare vari disturbi che includono:
• dolore persistente e violento nella parte bassa della schiena e dell’addome, a volte può irradiarsi all’inguine e può durare alcuni minuti o ore (colica renale). Spesso è descritto come una “coltellata al fianco”;
• irrequietezza e incapacità di restare immobili;
• nausea;
• necessità di urinare più spesso del normale;
• dolore mentre si urina;
• presenza di sangue nelle urine, dovuta ai traumi provocati sulla parete delle vie urinarie dal passaggio del calcolo.
Se un calcolo renale ostruisce completamente l’uretere, si può verificare l’accumulo e il ristagno dell’urina nel rene, la moltiplicazione dei batteri e l’infezione del rene, chiamata pielonefrite.
La calcolosi renale, spesso, non è dovuta ad una singola causa ben definita, ma può dipendere da diversi fattori che includono, tra altri: familiari con calcoli renali, calcoli renali avuti in passato, disidratazione, dieta ricca di proteine, sodio e zucchero e povera di fibre, obesità, malattie dell’apparato digerente ed interventi chirurgici, malattie infiammatorie dell’intestino e assunzione di farmaci.
In base al tipo di calcolo renale è possibile individuare la causa che lo ha determinato.
I calcoli di acido urico, ad esempio, si formano per l’alta concentrazione di acido urico nelle urine, e possono essere causati da una dieta ricca di proteine, gotta e chemioterapia.
Nel sospetto di calcolosi renale, il medico può prescrivere, tra gli altri, esami ematochimici, analisi delle urine e analisi del calcolo renale espulso con le urine, ecografia e TAC.
Anche se eliminati, i calcoli renali possono ripresentarsi perciò è importante conoscerne la natura e la composizione per capire cosa l’abbia causati e evitare che possano riformarsi. Fondamentale è seguire un’alimentazione adeguata, l’utilizzo di alcalinizzanti o acidificanti delle urine ed, eventualmente, ricorrere all’utilizzo di farmaci.
Il miglior modo per prevenire i calcoli renali è bere 2-3 litri di acqua al giorno; così facendo le urine sono più diluite e si evita che i prodotti di scarto diventino troppo concentrati e formino i calcoli.
Per capire se le urine sono diluite bisogna guardarne il colore: più è scuro, più sono concentrate. Bevande come il tè, il caffè e il succo di frutta possono essere considerate ai fini di raggiungere la quota giornaliera di liquidi consigliati, ma l’acqua resta la bevanda più salutare e la migliore per prevenire la formazione dei calcoli renali.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 14 giugno 2024, ore 18,09.