Il mistero del ritrovamento di diversi cadaveri nel Mar Tirreno, nelle acque delle Isole Eolie ma anche nel Golfo di Patti, avvenuto fra marzo e aprile, potrebbe essere stato risolto. A renderlo noto la Procura di Patti con un comunicato che prova a fare chiarezza sulla vicenda. Si tratterebbe di cinque tunisini vittime di un naufragio mentre erano diretti in Sardegna. Il servizio…
Il mistero del ritrovamento di diversi cadaveri nel Mar Tirreno, nelle acque delle Isole Eolie ma anche nel Golfo di Patti, potrebbe essere stato risolto. A renderlo noto la Procura di Patti con un comunicato che prova a fare chiarezza sulla vicenda. La ricostruzione parte dal 13 aprile scorso quando la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Milazzo – ha rinvenuto il cadavere di un uomo nella zona di mare compresa fra l’isola di Vulcano ed il promontorio di Capo Tindari del comune di Patti. “Il cadavere – si legge in una nota diffusa dalla Procura di Patti – è stato trovato in avanzato stato di decomposizione, galleggiante, in posizione prona, con evidenti segni di una prolungata permanenza in acqua; lo stesso indossava esclusivamente un pantalone tipo “Cargo”, in tessuto di colore scuro. Risultavano evidenti sul dorso, spalla destra in sede scapolare, un tatuaggio raffigurante un dragone, nonché altri tatuaggi, fra cui la tela di un ragno, uno scorpione ed alcuni caratteri orientali, tutti realizzati in modo assai rudimentale”.
La Procura pattese fa poi riferimento ai successivi ritrovamenti del 17 marzo e del 14 aprile, al largo delle Isole Eolie, nonchè al 19 aprile a Rodia (frazione di Messina), quando sono stati individuati tre ulteriori cadaveri di sesso maschile, anche essi in avanzato stato di decomposizione, con riferimento ai quali sono in corso indagini da parte delle competenti Procure, quelle di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina.
Con riferimento al cadavere rinvenuto il 13 aprile “per il quale è competente questo Ufficio – si legge nella nota della Procura di Patti – dalle prime indagini svolte dalla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Milazzo – emergerebbe come tale rinvenimento possa essere collegato al naufragio di un’imbarcazione a bordo della quale si trovavano circa 18 cittadini di nazionalità tunisina, evento verificatosi al largo della Sardegna, nei primi giorni del mese di febbraio scorso. Sempre secondo i primi accertamenti svolti, i tunisini erano partiti dalla città costiera di Biserta ed erano diretti sulle coste della Sardegna. La Capitaneria di Porto di Cagliari ha dato conferma di un naufragio verificatosi in quel periodo in quelle acque. La Capitaneria di Porto di Cagliari, interpellata dalla Capitaneria di Porto di Milazzo, ha inoltre trasmesso copia di una mail inviatale il 23 marzo da parte del Consolato della Repubblica Tunisina di Roma con la quale tale organo chiedeva informazioni circa un naufragio che aveva visto coinvolti per l’appunto 18 cittadini tunisini, imbarcatisi dalla città di Biserta alla volta della Sardegna, fra il 5 ed il 6 febbraio 2024. Alla mail è stata allegata la lista di 18 nominativi dei soggetti scomparsi”.
Quindi la svolta: “A seguito di alcuni articoli di stampa pubblicati da parte di quotidiani locali circa i rinvenimenti – si legge ancora nella nota – la Capitaneria di Porto di Milazzo è stata contattata a mezzo social da un cittadino di nazionalità tunisina presentatosi come fratello di uno dei soggetti scomparsi in mare e compreso nella lista dei 18 nominativi trasmessi dal Consolato della Repubblica Tunisina di Roma (i due hanno in effetti lo stesso cognome); costui ha riconosciuto non solo il tatuaggio raffigurante il dragone, di cui era stata già diffusa l’immagine agli organi di stampa ma ha anche indicato come presenti sul corpo del fratello altri due tatuaggi, ossia la tela di un ragno e lo scorpione, di cui finora non era stata diffusa l’immagine o comunque resa nota l’esistenza. Per il tramite della Capitaneria di Porto di Milazzo sono stati avviati contatti con il Consolato della Repubblica Tunisina di Roma affinché vengano forniti ulteriori elementi utili ai fini della certa e definitiva identificazione del soggetto di cui sopra (documenti di identità, documentazione fotografica, eventuali esami DNA già eseguiti sui familiari ai fini di una successiva comparazione etc.). Sono tuttora in corso di svolgimento ulteriori indagini (accertamenti autoptici, rilevazioni di eventuali eventi meteo- marini concomitanti, possibili rilevazioni satellitari etc.)”, così conclude la nota della Procura di Patti.
g.l.
Edited by, mercoledì 1 maggio 2024, ore 9,34.