SALUTE&BENESSERE: COSA SONO LE GGT?

Cosa sono le GGT, gamma-glutamil transferasi? Lo spiega la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, nella settimanale rubrica “Salute&Benessere”…

La gamma-glutamil transferasi, conosciuta anche come gamma GT o GGT, è un enzima presente principalmente nel fegato. Quando il fegato è danneggiato o il flusso di bile è ostruito, la concentrazione di GGT nel sangue aumenta.

Il gamma GT test, infatti, è utile per individuare malattie del fegato e danni del dotto biliare. Può anche essere utilizzato per capire il motivo di una maggiore concentrazione nel sangue di un altro enzima, la fosfatasi alcalina (ALP).

Sia l’ALP che la gamma GT sono elevati in caso di malattie dei dotti biliari e in alcune malattie del fegato, mentre nelle malattie ossee risulta elevata solo l’ALP. Se la concentrazione di gamma GT è normale in una persona con un valore di ALP elevato, è più probabile che la causa sia una malattia ossea.

La gamma GT può anche essere utilizzata per lo screening dell’abuso di alcol (sarà elevato in circa il 75% dei bevitori a lungo termine).

Il medico, di solito, richiede il gamma GT test insieme ad altre analisi quando in una persona sono presenti segni, o manifestazioni cliniche (sintomi), che suggeriscono una malattia del fegato.

Alcuni dei disturbi collegati a un danno epatico includono: ittero, nausea, vomito, gonfiore addominale, dolore addominale, grave prurito e stanchezza.

La gamma GT risulta aumentata nella maggior parte delle malattie che causano danni al fegato o ai dotti biliari ma da sola, di solito, non è utile per distinguere tra le diverse cause del danno epatico. Tuttavia, ci sono studi che indicano che il test gamma GT può essere utilizzato, insieme ad altri esami, per predire la presenza di fibrosi epatica, ovvero una anomala produzione di tessuto connettivo-fibroso, e di steatosi epatica non alcolica, ovvero accumulo di grassi chiamati trigliceridi.

Il gamma GT test è anche utile per determinare la causa di un valore elevato di ALP.

Nelle persone con una storia di abuso di alcol che sono in trattamento il GGT elevato può essere utilizzato per verificare che la persona stia seguendo il programma di trattamento correttamente.

La quantità di gamma-glutamil transferasi (GGT) è determinata prelevando un semplice campione di sangue da una vena del braccio. Per l’esecuzione dell’analisi non è necessaria alcuna specifica preparazione.

Se si consuma regolarmente alcol, l’assunzione di alcol nelle 24 ore precedenti il test può causare un aumento temporaneo del valore delle gamma GT. In questo caso, il medico potrebbe voler ripetere il test per verificare il risultato.

Anche il fumo può causare un aumento delle concentrazioni di gamma GT.

I livelli di gamma GT aumentano con l’età nelle donne, ma non negli uomini, e sono sempre leggermente più alti negli uomini che nelle donne.

Diversi farmaci fanno aumentare la concentrazione di gamma GT nel sangue. Tali incrementi non indicano danni al fegato.

Di solito, il medico non si preoccupa di risultati bassi o normali poiché in questo caso è improbabile che la persona abbia una malattia al fegato.

Aumentate concentrazioni di gamma GT, invece, indicano che sta succedendo qualcosa al fegato ma non specificamente cosa. In generale, maggiore è il risultato, maggiore è il danno.

Concentrazioni elevate possono essere dovute a malattie del fegato, ma anche a insufficienza cardiaca congestizia, a consumo di alcolici e all’uso di molti farmaci inclusi farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), farmaci ipocolesterolemizzanti, antibiotici, antistaminici, agenti antifungini, anticonvulsivanti, antidepressivi e ormoni come il testosterone. I contraccettivi orali e il clofibrato possono ridurre le concentrazioni di GGT.

Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

ISABELLA SALVIA

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.

Edited by, venerdì 19 aprile 2024, ore 17,02. 

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