Frazzanò: La violenta rapina alla gioielleria. I tre arrestati, particolari e nomi

Nel servizio i particolari e i nomi delle tre persone arrestate dai carabinieri nell’ambito delle indagini sulla violenta rapina avvenuta, a fine gennaio 2023, ai danni della gioielleria “Calcò Antonina” a Frazzanò. In manette sono finiti in carcere i palermitani GIUSEPPE ANTONINO ARCUNI e VINCENZO VINCI e un presunto basista della zona, ENNIO GUGLIOTTA, di Mirto (e non di Frazzanò come erroneamente riportato ieri mattina nel comunicato dei carabinieri del Comando Provinciale di Messina). I dettagli nel servizio…

Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud

Dopo quattordici mesi i carabinieri hanno assicurato alla giustizia i presunti autori della violenta rapina avvenuta, a fine gennaio 2023, ai danni della gioielleria “Calcò Antonina” a Frazzanò. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata Militello, allora al comando del capitano Francesco Giorgianni (in quiescenza da qualche mese) e della Stazione di Mirto, sono sfociate nell’emissione di tre ordinanze di custodia cautelare spiccate dal Gip del Tribunale di Patti. In manette sono finiti due giovani di Palermo, Giuseppe Antonino Arcuni, 33 anni e Vincenzo Vinci, 31 anni, ristretti in carcere ed accusati dei reati di rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni personali ed Ennio Gugliotta, 23 anni, di Mirto, ristretto agli arresti domiciliari, in quanto indagato per il solo reato, in concorso, di rapina aggravata.

La sera del 27 gennaio dello scorso anno, poco prima della chiusura, due soggetti, con il volto travisato, si introdussero nel negozio di preziosi e, dopo aver percosso il gestore, Salvatore Riolo, residente a Capo d’Orlando, si impossessarono di diversi gioielli, orologi e denaro, per un valore totale di circa 40.000 euro (dimezzato rispetto alla originaria stima che, a prima vista, era il doppio). Prima di darsi alla fuga a bordo di un’auto i malviventi immobilizzarono, legandolo mani e piedi, il gestore, che tuttavia riuscì ugualmente ad attivare il sistema di allarme con l’immediato intervento delle gazzelle dei militari dell’Arma. La successiva fase delle indagini ha permesso di ricostruire la verosimile dinamica dei fatti e di accertare la presunta complicità del giovane di Mirto, comune distante un paio di chilometri da Frazzanò. Infatti, secondo la ricostruzione dei carabinieri, Ennio Gugliotta, prima della rapina, si sarebbe recato nella gioielleria con il pretesto di acquistare dei preziosi. Una volta ultimato l’acquisto sarebbe uscito dal negozio lasciando volutamente aperta la porta d’ingresso, proprio in concomitanza dell’arrivo dei rapinatori che, senza alcun problema, entrarono all’interno del locale. Il presunto complice, nel plausibile intento di depistare le prove relative al suo coinvolgimento, una volta fuori, avrebbe effettuato una telefonata ai carabinieri, senza peraltro proferire parola. I gravi indizi di colpevolezza emersi dall’attività investigativa dei militari dell’Arma, suggellati anche dagli accertamenti biologici condotti dai carabinieri del R.I.S. di Messina, hanno rilevato la presenza del DNA appartenente ai due arrestati palermitani sul materiale repertato presso la gioielleria dove venne commessa la rapina e sono stati concordati dal Gip del Tribunale di Patti che ha emesso il provvedimento cautelare eseguito dai carabinieri nei confronti dei tre indagati. Ultimate le formalità di rito i due arrestati palermitani sono stati ristretti presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo mentre il Gugliotta è stato ristretto presso la sua abitazione di Mirto agli arresti domiciliari.

Edited by, venerdì 15 marzo 2024, ore 10,27. 

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