Palermo: Scacco al clan mafioso di Brancaccio, 9 arresti

La Squadra Mobile e lo Sco (Servizio centrale operativo) hanno arrestato a Palermo 9 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi. Emerso che il “pizzo” lo pagavano in tanti. Colpito il clan di Brancaccio. Il servizio sul link Sicilia News…

La Squadra Mobile e lo Sco (Servizio centrale operativo), su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, coordinata dal Procuratore Maurizio De Lucia, hanno arrestato a Palermo 9 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegali di armi. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal Gip del Tribunale di Palermo Lirio Conti. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti procuratori della DDA Bruno Brucoli, Giacomo Brandini e Francesca Mazzocco, riguarda le famiglie del mandamento palermitano di Brancaccio, Roccella-Guarnaschelli e Corso dei Mille e svela i nuovi assetti organizzativi dei clan. Oltre a individuare i referenti, che avrebbero assunto la gestione delle principali attività illecite dopo gli arresti dei vecchi boss, l’indagine ha accertato diversi casi di estorsione ad attività commerciali della zona, strette dalla morsa mafiosa che controllava dagli hotel alle officine meccaniche, al venditore ambulante dello street-food.

Autodemolizioni, hotel, pasticcerie pagavano il “pizzo”, anche in natura, con le cassate regalate agli uomini di Giuseppe Arduino, esponente di spicco della mafia di Brancaccio, uscito dal carcere, che si era rimesso a girare in lungo e in largo con uno scooter che non avrebbe potuto guidare perché senza patente ma anche perché sottoposto alla sorveglianza speciale. Arduino imponeva il “pizzo”, controllava chi stava eseguendo lavori di ristrutturazione, chi doveva fermare i cantieri perché non si metteva in regola. Un controllo del territorio costante e continuo. I clan, inoltre, controllavano le scommesse clandestine on line e gestivano le piazze di spaccio, soprattutto nel quartiere Sperone. Ed è in questo contesto che è maturato l’omicidio dell’emergente boss Giancarlo Romano, ucciso per questioni relative al “pizzo” sulle scommesse on line la settimana scorsa. Romano era coinvolto nell’inchiesta che oggi ha portato agli arresti: gli inquirenti ne avevano accertato il ruolo all’interno del clan. I suoi assassini sono sono stati fermati poco dopo il delitto e sono detenuti.

Gli arrestati sono: Alessio Salvo Caruso, 28 anni, tutt’ora ricoverato in ospedale e gravemente ferito durante l’agguato di lunedì scorso costato la vita a Giancarlo Romano; Giuseppe Arduino, 54 anni; Giuseppe Chiarello, 48 anni; Damiano Corrao, alias “kiss kiss”, 62 anni; Francesco Farina, 70 anni; Sebastiano Giordano, 63 anni; Antonio Mazzè, 57 anni; Settimo Turturella, 53 anni; Vincenzo Vella, 58 anni.

              g.l.

Edited by, domenica 3 marzo 2024, ore 14,17. 

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