Il 72 per cento delle persone nel mondo apprende di avere il diabete quando è comparsa almeno una delle tante complicanze che la patologia può provocare. Da uno studio, condotto in quattro continenti del mondo, la dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, presenta la puntata settimanale della rubrica “Salute&Benessere” parlando del diabete, una delle patologie a più alto rischio nella casistica mondiale. Il servizio…
Il 72 per cento delle persone nel mondo apprende di avere il diabete quando è comparsa almeno una delle tante complicanze che la patologia può provocare.
Lo ha evidenziato uno studio della International Diabetes Federation (Idf) condotto in diversi paesi di Africa, Asia, Europa e Sudamerica al fine di comprendere quale sia la consapevolezza diffusa della malattia.
Le complicanze del diabete possono essere serie e, in alcuni casi, rischiose per la vita. Includono danni al cuore, agli occhi, ai reni, ai piedi, alla salute orale.
Il 94 per cento degli intervistati ha confessato di avere sperimentato almeno una, se non due, di dette complicazioni. Più della metà (55 per cento) ha dichiarato di esserne preoccupato quasi tutti i giorni.
Il rischio di complicanze si può ridurre significativamente con un accertamento precoce, un trattamento tempestivo e un’auto-cura informata.
Alla domanda su quanto hanno fatto per prevenire le loro complicanze, l’84 per cento, che vuol dire 4 su 5, ammettono che avrebbero potuto fare di più, mentre quasi i due terzi (62 per cento) credono che il loro medico avrebbe dovuto fare di più.
Sono molti i fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare il diabete mellito di tipo 2, quello che comunemente si dice anche diabete “alimentare”.
Si tratta di storia della famiglia, peso, età, etnia, sedentarietà, diabete in gravidanza. Alcuni di questi elementi non favorevoli possono venir ridotti seguendo un’alimentazione sana e facendo attività fisica.
Apprendere bene i fattori di rischio, divenirne davvero consapevoli, fa già parte della prevenzione, spingendo alla diagnosi precoce e alla cura tempestiva.
Il diabete di tipo 2, che costituisce il 90 per cento dei casi, spesso si sviluppa silenziosamente, senza sintomi che lo facciano notare.
Per questo la Idf ha dedicato un’intera giornata alle complicanze della malattia in quanto sono molte volte le prime, anche se tardive, spie della patologia in atto.
Rispetto al resto del mondo, in Italia non è il 72 per cento a scoprire di avere il diabete quando già si è aggravato di un’altra patologia, ma il 50 per cento. La metà.
Che resta un numero alto, comunque più contenuto che altrove. Questo, forse, perchè in Italia c’è una migliore gestione di questa malattia che può restare silente, asintomatica, anche per molti anni.
Sarebbero raccomandabili degli screening annuali per la glicemia. Prevenire o intervenire subito si tradurrebbe anche in un notevole risparmio nelle spese per il sistema sanitario.
Ma quali sono le complicanze del diabete di tipo 2?
- PIEDE DIABETICO: il diabete provoca problemi ai nervi e alle arterie dei piedi. La persona non ha la piena sensibilità del dolore per cui se si fa male può non accorgersene, la ferita fa fatica a guarire e può diventare un’ulcera, creare un “buco” sotto la pianta. Dopo l’ulcera può intervenire la cancrena obbligando ad amputare: all’inizio si tratterà di un dito o due, poi si può arrivare anche all’amputazione della gamba.
- RETINOPATIA: il diabete è una delle cause più importanti di cecità nel mondo occidentale. Può determinare vari quadri di danni agli occhi, a lungo asintomatici. Il paziente si rende conto del problema se gli cala la vista o se ha un’emorragia della retina. Chi ha il diabete dovebbe farsi controllare dall’oculista il fondo dell’occhio ogni due anni così che si possa intervenire prima che la complicanza diventi sintomatica.
- INSUFFICIENZA RENALE: il diabete è molto subdolo nei confronti dell’insufficienza renale, dando sintomi soltanto in fase avanzata, tanto che può condurre alla dialisi. Ogni anno andrebbe fatto il controllo della funzione renale con esami del sangue e delle urine.
- DISTURBI CARDIOVASCOLARI: chi ha il diabete ha un rischio 2-3 volte maggiore di infarto o di ictus e, dopo, una prognosi peggiore. Sono anche probabili ischemie agli altri inferiori, che a loro volta possono provocare il “piede diabetico”.
- DISTURBI ORALI: il diabete può compromettere la salute orale con la parodontite, un’infiammazione cronica che può far perdere i denti. Al contrario, può essere la parodontite a contribuire all’insorgere del diabete.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
ISABELLA SALVIA
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 16 febbraio 2024, ore 17,19.