Non passa giorno che non vengono alla luce truffe e indebite percezioni del reddito di cittadinanza. Ultimo esempio, in ordine di tempo, il rinvio a giudizio, davanti al tribunale di Patti, di un 66enne di Pettineo accusato di avere incassato 2.500 euro omettendo, all’Inps, di rivelare il suo arresto per altra causa. Il servizio…
Giuseppe Lazzaro, da Gazzetta del Sud
Il Gup del Tribunale di Patti ha rinviato a giudizio un uomo di 66 anni di Pettineo accusato di avere indebitamente percepito il Reddito di cittadinanza. La prima udienza, davanti al giudice monocratico di Patti, è stata fissata per il prossimo 5 aprile. Secondo l’accusa, sostenuta dalla Procura e su indagini svolte dai carabinieri della Stazione di Pettineo, l’uomo avrebbe omesso di comunicare all’Inps il suo arresto avvenuto per altra causa da quella imputata adesso e di essere stato destinatario di un provvedimento di limitazione della libertà personale continuando a percepire il reddito di cittadinanza e ad intascare somme per l’ammontare complessivo di 2.500 euro. I fatti risalirebbero al 2019 quando, appunto, i carabinieri fecero scattare le indagini e avvisando l’Istituto nazionale di previdenza sociale. Nel percepimento del reddito di cittadinanza, istituito dal governo nazionale precedente, il beneficio economico concesso, erogato sulla base di una scala di equivalenza parametrata sui componenti di un nucleo familiare del soggetto percettore, non tiene conto e non viene concesso a chi si trova in stato di detenzione o per chi è sottoposto a misura cautelare o avendo riportato una condanna penale. E la sospensione del contributo e l’indagine giudiziaria parte se il soggetto non presenta la dovuta segnalazione in merito: le stesse motivazioni sfociate nella sospensione del reddito per il sessantaseienne di Pettineo e nel suo rinvio a giudizio.
Edited by, giovedì 25 gennaio 2024, ore 8,56.