Prendevano di mira le abitazioni, le ripulivano di oggetti preziosi e monili in oro che poi riciclavano, ottenendo lauti guadagni. Una banda accusata di avere messo a segno, tra aprile 2019 e dicembre 2021, dodici furti in abitazioni, che avrebbero fruttato un bottino complessivo stimato in 120.000 euro, è stata sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Catania. Sono 9 gli indagati dei quali 6 sono stati arrestati. Il servizio sul link Sicilia News…
Da La Sicilia web
Prendevano di mira le abitazioni, le ripulivano di oggetti preziosi e monili in oro che poi riciclavano, ottenendo lauti guadagni. Una banda accusata di avere messo a segno, tra aprile 2019 e dicembre 2021, dodici furti in abitazioni, che avrebbero fruttato un bottino complessivo stimato in 120.000 euro, è stata sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Catania.
Oltre 100 militari, con il supporto di reparti specializzati, hanno eseguito ordinanze di custodia cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti di nove indagati accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio. Le indagini dell’operazione “Gioiello” hanno fatto luce anche sui canali della ricettazione dei vari bottini, consistenti per lo più in oggetti preziosi e monili in oro, realizzata grazie alla complicità di due fratelli, titolari di una gioielleria di Catania, tra i destinatari della misura cautelare, che “ripulivano” la refurtiva da pietre e da possibili altri inserti non di loro interesse, per rendere più difficoltoso un possibile riconoscimento da parte delle vittime. I dodici furti contestati sono stati commessi a Catania, San Giovanni La Punta, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo e Sant’Agata Li Battiati.
In carcere sono finiti: Carmelo Silvestro Passalacqua, 37 anni; Pasquale Scuderi, 55 anni; David Cristian Spaticchia, 39 anni; Massimo Luigi Sturniolo, 51 anni; Emanuele Zappalà, 45 anni. Per Vincenzo Salamone, di 72 anni, è stata disposta la misura degli arresti domiciliari, per Grazia Salamone, 79 anni, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di permanenza in casa in orario notturno. Obbligo di dimora e di permanenza in casa in orario notturno, invece, per Paolo Carmelo Simone Di Guardo, 30 anni e Claudio Tosto, di 41 anni.
A capo della banda c’era il 37enne catanese Carmelo Passalacqua. Dai carabinieri sono state ricostruite non solo le modalità dei furti ma anche la successiva collocazione della refurtiva presso i ricettatori, individuati nei titolari di una gioielleria catanese, i due fratelli Salamone. Le indagini hanno tratto spunto da un furto perpetrato il 5 giugno 2021 in un appartamento di San Giovanni La Punta: grazie alla testimonianza di una vicina di casa, sono stati individuati il palo, David Cristian Spaticchia, e l’autore materiale del furto, Carmelo Passalacqua. Ai due è inoltre attribuita la partecipazione a un altro colpo messo a segno 14 giorni dopo, in un’abitazione a San Giovanni La Punta. L’impulso determinante alle indagini si è avuto il 30 giugno 2021 in seguito a un doppio furto realizzato a San Giovanni la Punta, a distanza di pochi minuti. Dalle telecamere di videosorveglianza i militari hanno notato un’auto, una Opel Corsa nera, utilizzata dalla banda e risalendo così ad un altro membro della banda, Emanuele Zappalà, che l’avrebbe noleggiata per portare a termine i due furti. A quel punto, ricostruendo il percorso seguito dall’auto dopo i colpi, sono stati individuati i soggetti coinvolti nella fase della ricettazione, individuando una gioielleria di viale Mario Rapisardi gestita dai due fratelli catanesi, Vincenzo e Grazia Salamone. Sarebbero stati loro, dopo aver accertato l’autenticità dell’oro, a ripulire i monili da pietre e da possibili altri inserti non di loro interesse, per rendere più difficoltoso un possibile riconoscimento da parte delle vittime, per poi procedere, dopo la pesa al “netto”, al pagamento in contanti agli autori dei furti. Nei 120.000 euro di bottino, oltre agli oggetti preziosi, risultano altri beni di valore come borse da donna griffate, zaini, televisori e personal computer portatili.
Ricostruito il modus operandi dei furti: sopralluogo nei condomini di possibile interesse; individuazione dell’appartamento da predare, scelto anche in base alla facilità di accesso; verifica, suonando il citofono, dell’assenza di persone all’interno dell’abitazione; introduzione, dopo l’effrazione degli infissi, nelle case da depredare; blocco delle porte d’ingresso con sedie e mobili per rendere difficoltoso un eventuale improvviso rincasare dei proprietari e così agevolare la fuga. Il 20 dicembre 2021 è stato effettuato l’arresto in flagranza, col rinvenimento di refurtiva, tra cui orologi per un valore di 15.000 euro e di 4.600 euro in contanti e di arnesi atti allo scasso e di un flex, operato dai carabinieri della Stazione di San Giovanni la Punta in seguito al furto in un appartamento nel quartiere di San Giovanni Galermo a Catania, da parte di quattro degli indagati: Carmelo Silvestro Passalacqua, Pasquale Scuderi, Massimo Luigi Sturniolo ed Emanuele Zappalà.
Edited by, martedì 16 gennaio 2024, ore 11,58.