Falcone: Stalking ai danni di fratello e sorella. Condanna, assoluzione e prescrizione per un 43enne

Una condanna, un’assoluzione e una prescrizione. Per quattro capi di accusa differenti è stato questo l’esito della sentenza, pronunziata dal giudice monocratico del Tribunale di Patti EDOARDO ZANTEDESCHI, per un unico imputato: SALVATORE SCHIFANELLA, 48 anni, di Falcone. Parte civile costituite le due vittime: GIUSEPPE FOTI e la sorella CLELIA, assistite dall’avvocato ANTONELLA MARCHESE (foto in alto). Le accuse sono raffigurate nel cosiddetto stalking. Il servizio…

Una condanna, un’assoluzione e una prescrizione. Per quattro capi di accusa differenti è stato questo l’esito della sentenza, pronunziata dal giudice monocratico del Tribunale di Patti Edoardo Zantedeschi, per un unico imputato: Salvatore Schifanella, 48 anni, nato a Messina, residente a Falcone. L’uomo, difeso dall’avvocato Rosanna Sofia, è stato condannato a 9 mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni alla costituita parte civile, da liquidarsi in 15.000 euro ciascuna, per le accuse di minacce e molestia mentre è stata dichiarata la prescrizione per la continuazione ed è stata decisa l’assoluzione, per non avere commesso il fatto, per il capo per il danneggiamento seguito da incendio.

Si trattava di una serie di reati, configuranti nel cosiddetto stalking, con presunte vittime Giuseppe Foti e la sorella Clelia, residenti a Oliveri, costituite parte civile al dibattimento con l’assistenza dell’avvocato Antonella Marchese.

I fatti contestati sarebbero accaduti a Oliveri tra la seconda parte del 2014 e la prima del 2015. Stando a quanto si legge nei capi di imputazione, Salvatore Schifanella avrebbe minacciato Giuseppe Foti con scritte minatorie sui muri e brandendo un martello al suo indirizzo, cagionando un grave stato di ansia nel Foti: da qui la condanna per minaccia. E ancora, l’imputato, senza giustificato motivo, avrebbe portato fuori dalla sua abitazione un manico di martello ed un coltello (per questo reato è scattata la prescrizione). E ancora Schifanella è stato condannato anche per molestia e minaccia per avere minacciato di morte i due Foti, inviando sms e chiamando con toni minacciosi gli stessi germani e all’utenza telefonica della loro madre, Carmela Calabro, in diverse ore del giorno e della notte, offendendo sul social network Facebook la reputazione di Clelia Foti ed imbrattando, con scritte, i muri del campo sportivo di Falcone e indirizzate sempre alla stessa donna e minacciando di aggressione i due Foti e causando uno stato d’ansia a Clelia Foti, tra l’altro in stato di gravidanza in quel periodo e partorendo la figlia il 3 febbraio 2015. Infine l’imputato è stato assolto dall’accusa di danneggiamento seguito da incendio per avere appiccando il rogo alla Fiat 600 in uso e di proprietà di Clelia Foti avvenuto a Oliveri il 31 marzo 2015 provocato per un tentativo di danneggiamento, quindi non volontario, rogo poi spento dai vigili del fuoco intervenuti.

           Giuseppe Lazzaro

Edited by, sabato 8 luglio 2023, ore 11,34. 

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