Il Gup del Tribunale di Messina MONIA DE FRANCESCO ha disposto il rinvio a giudizio per 6 dei 10 imputati (la posizione di altri 4 è stata stralciata per la scelta del rito abbreviato), tutti accusati di avere fatto parte di una associazione a delinquere che avrebbe agito con le modalità mafiose operando nel gioco d’azzardo on line in particolare. L’operazione era scattata il 17 dicembre 2022 e venne eseguita dalla polizia del Commissariato di Barcellona. Il 17 luglio via al processo al Tribunale di Barcellona (foto in alto). Il servizio…
Il Gup del Tribunale di Messina Monia De Francesco, su richiesta del pubblico ministero Francesco Massara, al termine dell’udienza preliminare, ha disposto il rinvio a giudizio per 6 dei 10 imputati (la posizione di altri 4 è stata stralciata per la scelta del rito abbreviato), tutti accusati di avere fatto parte di una associazione a delinquere che avrebbe agito con le modalità mafiose. L’operazione era scattata il 17 dicembre 2022 e venne eseguita dalla polizia del Commissariato di Barcellona su ordinanza firmata dal Gip del Tribunale di Messina Claudia Misale.
Ad essere stati rinviati a giudizio, per essere processati con il rito ordinario, davanti al Tribunale di Barcellona nel processo fissato per il prossimo 17 luglio, sono:
Carmelo Imbesi, 57 anni, fratello maggiore del defunto boss Ottavio Imbesi, al quale era stato intestato fittiziamente un box all’ingrosso per la vendita di ortofrutta nel mercato ortofrutticolo di Nasari di Barcellona, la cui attività è cessata a seguito del provvedimento antimafia di interdizione del Prefetto di Messina; Salvatore Lunetta, 47 anni; Giuseppe Accetta, 44 anni, inteso “Nunnareddu”, conosciuto in città per il suo attaccamento al calcio tanto da essere stato in passato direttore sportivo dell’Igea Virtus; Felice D’Angelo, 52 anni, tutti residenti a Barcellona; Tiziana Messina, 51 anni, originaria di Barcellona ma residente a Bafia, frazione di Castroreale e Domenico Alessandro Chiofalo, 68 anni, anch’esso di Bafia di Castroreale.
L’operazione scaturisce dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e ha coinvolto 10 persone alle quali sono contestati reati per fatti posti in essere nell’hinterland barcellonese tra il 2018 e il 2021. Le indagini hanno permesso di verificare che gli originari indagati, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla locale “famiglia” mafiosa, costringevano professionisti ed imprenditori locali alla corresponsione di ingenti somme di denaro e di beni di vario genere, utilizzando il consueto pretesto di dover sostenere le spese dei mafiosi detenuti. È stato appurato, in altri casi, che le pretese di denaro si riferivano a debiti contratti con gli esponenti del clan nell’ambito di scommesse on line, effettuate attraverso piattaforme illegali. Le vittime si trovavano ben presto notevolmente esposte e, a seguito di pesanti minacce, costrette ad onorare i debiti o cercare di dilazionare il pagamento corrispondendo ulteriori somme per gli interessi usurai applicati. Particolarmente rilevanti sono risultate le investigazioni riguardanti le strategie che hanno permesso di assumere il totale controllo del mercato ortofrutticolo barcellonese sul quale la locale “famiglia” mafiosa agiva imponendo sia le quantità e la qualità della merce da mettere in commercio sia il prezzo; in determinati casi alcuni rivenditori si trovavano costretti ad acquisire merce in quantità superiore a quella richiesta. Le ingenti risorse, provento di attività illecite, venivano reimpiegate per la concessione di prestiti a tasso usuraio o per investimenti immobiliari, come emerso dalle indagini, nel corso delle quali la Polizia di Stato ha individuato e sottoposto a sequestro beni immobili, prodotti finanziari e denaro contante per un valore di oltre 500.000 euro riconducibili al clan mafioso dei “Barcellonesi”.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, mercoledì 17 maggio 2023, ore 12,30.