Acquedolci: Estorsione e danneggiamento. Assolti padre e figlio, titolari di una attività di ristorazione

Il giudice monocratico del Tribunale di Patti GIOVANNA CECCON ha assolto GAETANO e ANDREA BELLADONNA, rispettivamente padre e figlio, difesi dall’avvocato BENEDETTO RICCIARDI (foto in alto), titolari di una attività di ristorazione ad Acquedolci, dalle accuse di estorsione e danneggiamento. Il servizio…

Si è concluso dopo diversi anni al Tribunale di Patti con una assoluzione piena perché il fatto non sussiste per il reato in concorso di estorsione e per non aver commesso il fatto per il reato in concorso di danneggiamento, il procedimento penale a carico di due soggetti Gaetano e Andrea Belladonna, rispettivamente padre e figlio, quali amministratori di fatto dell’attività commerciale di ristorazione “Residence di Acquedolci” nonché di occupanti dell’appartamento ubicato all’interno del predetto residence, minacciando la proprietaria allo scopo di costringere la stessa a desistere dall’ intraprendere un’azione legale per inadempimento contrattuale volta ad ottenere il rilascio dei locali in affitto, in seguito a consegnare loro la somma di 25.000 euro, condizione imposta perché i medesimi cessassero di occupare il ristorante e l’appartamento nonché alla restituzione degli assegni consegnati al momento del contratto di affitto del residence. Accusando ancora la proprietaria di aver incaricato qualcuno per picchiare gli imputati, che chiedevano di consegnarli 40.000 euro quale risarcimento per le lesioni riportate da uno degli imputati. Minacciando ancora la proprietaria di aprire i cancelli che portavano alla piscina che erano stati chiusi, contrariamente avrebbero dato fuoco al campetto ed ai cancelli scorrevoli. A seguito delle diverse denuncia fatte dalla parte offesa era stata applicata una misura cautelare personale agli imputati. Dopo un’articolata fase dibattimentale l’avvocato Benedetto Ricciardi, difensore di entrambi gli imputati, ha fatto rilevare che le dichiarazioni della parte offesa erano contrastanti, non idonee e, quindi, non credibile e con assenza di elementi di prova. Il pubblico ministero, invece, al termine dell’articolata requisitoria, aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione per ciascun imputato. Il giudice monocratico del Tribunale di Patti Giovanna Ceccon, accogliendo le tesi difensive rappresentate dall’avvocato Ricciardi, ha assolto entrambi gli imputati da tutti i reati contestati perché il fatto non sussiste e indicando in novanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni.

           Giuseppe Lazzaro

Edited by, giovedì 11 maggio 2023, ore 14,23. 

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