Dal carcere agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Ha deciso così la Corte di Assise di Agrigento che, il 31 gennaio scorso, ha condannato a 21 anni di reclusione il poliziotto GAETANO RAMPELLO che, l’1 febbraio 2021, ha ucciso il figlio violento di 24 anni. L’agente si era consegnato ai carabinieri attendendoli alla fermata del bus (foto in alto). Il servizio sul link Sicilia News…
La Corte di Assise di Agrigento (presidente Wilma Angela Mazzara), che lo scorso 31 gennaio lo ha condannato a 21 anni di reclusione, ha scarcerato – sostituendo la misura con i domiciliari con il braccialetto elettronico – Gaetano Rampello, 59 anni, poliziotto in servizio al Reparto mobile della Questura di Catania, che ha confessato l’omicidio del figlio ventiquattrenne Vincenzo. La Corte ha accolto l’istanza del difensore, l’avvocato Daniela Posante, ritenendo che le esigenze cautelari si siano attenuate anche in ragione «dell’atteggiamento collaborativo che induce a escludere il rischio di fuga». Escluso anche il rischio di inquinamento probatorio.
L’agente Rampello, secondo la sua stessa confessione, avrebbe esploso quattordici colpi della sua pistola di ordinanza contro il figlio violento e con problemi psichici che da anni lo picchiava e gli estorceva soldi. L’omicidio avvenne l’1 febbraio 2022 in piazza Progresso, a Raffadali, dove i due si erano dati appuntamento perché il ragazzo avrebbe preteso 30 euro. Rampello, secondo quanto lui stesso ha ammesso, dopo essere stato aggredito, ha estratto l’arma e gli ha sparato alle spalle consegnandosi poi ai carabinieri della Compagnia di Agrigento a una fermata del bus.
g.l.
Edited by, giovedì 16 marzo 2023, ore 15,30.