Op. “Scala Reale”: Spaccio di droga nel pattese. Due annullamenti (una con rinvio) e due condanne definitive in Cassazione

Due annullamenti (una con rinvio) e due condanne confermate e definitive in Cassazione per altrettanti imputati nell’ambito dell’ultima tranche dell’operazione “SCALA REALE”. Si tratta, foto in alto da sx, di: ANTONINO NIOSI (condanna annullata per la parte della non menzione), GIUSEPPINA MERLO (condanna definitiva a 1 anno e 6 mesi), il cubano ma residente a Patti IGNACIO FRANCISCO GONZALEZ PEREZ (condanna annullata con rinvio e nuovo processo in Corte d’Appello) e ROMINA LAMAZZA (condanna definitiva a 8 anni e 7 mesi), compagna di un ex appuntato dei carabinieri già condannato, con il figlio, in un’altra tranche della “Scala reale”. Al centro dell’indagine un vasto traffico di droga nel pattese anche davanti alle scuole. L’operazione scattò nel luglio 2017…

GIUSEPPE LAZZARO

La VI sezione della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso ed ha annullato con rinvio la sentenza nei confronti di Ignacio Francisco Gonzalez Perez, cubano residente a Patti, difeso dall’avvocato Antonietta Privitera, disponendo un nuovo giudizio presso un’altra sezione della Corte d’Appello di Messina. E’ questa la decisione più rilevante del ricorso, discusso alla Suprema Corte, nell’ambito dell’operazione “Scala Reale”, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina e della Compagnia di Patti nel 2017 che, al tempo, aveva portato all’esecuzione di 12 ordinanze cautelari per l’accusa, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo l’accusa la droga, acquistata in Calabria, veniva poi spacciata nella zona tirrenica e, in alcuni casi, anche fuori dagli edifici scolastici. Gli accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo erano stati avviati nel settembre 2016 e si concentrarono su un gruppo che, secondo l’accusa, smerciava prevalentemente marijuana e cocaina nella zona di Patti e nei centri tirrenici circostanti. Gli acquirenti erano per lo più ragazzi.

Nel 2019 erano arrivate le prime condanne, poi nel 2021 la Corte d’Appello di Messina confermò le condanne ma ridusse la pena. Per quanto riguarda il giovane di origine cubana, ma residente a Patti, Ignacio Francisco Gonzalez Perez, la Corte di Appello lo aveva condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione oltre al pagamento di 21.000 euro di multa, con l’assoluzione del reato associativo rimodulando così la sentenza di primo grado in cui il giovane era stato condannato a 13 anni di reclusione.

La Cassazione ha annullato anche la sentenza nei confronti di Antonino Niosi, in appello aveva riportato 8 mesi, 15 giorni di reclusione e 1.500 euro di multa, solo per la parte relativa alla non menzione sul casellario giudiziario. Confermate, invece, e rese definitive, le condanne di Giuseppina Merlo a 1 anno, 6 mesi e 3.000 euro di multa e di Romina Lamazza a 8 anni e 7 mesi con la concessione delle attenuanti generiche. La donna è la compagna di un ex appuntato dei carabinieri già condannato, con il figlio, in un’altra tranche della “Scala reale”.

L’INDAGINE

L’operazione “Scala reale” è scattata nel luglio 2017 quando i carabinieri arrestarono sei persone e smantellarono un gruppo criminale ben strutturato, dedito allo smercio di marijuana e cocaina, provenienti da fornitori esponenti delle ‘ndrine di Vibo Valentia e Rosarno. Vasta la clientela, con un giro d’affari redditizio. L’indagine, all’epoca, venne condotta dai sostituti procuratori della Dda di Messina Vito Di Giorgio (oggi Procuratore aggiunto a Messina e Angelo Cavallo (oggi Procuratore di Patti). Gli accertamenti dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina affondarono le radici nel settembre 2016 e si concentrarono su un sodalizio di narcotrafficanti legato a doppio filo alla criminalità reggina e vibonese. Smerciavano prevalentemente marijuana e cocaina nella zona di Patti e nei centri tirrenici circostanti. Gli acquirenti erano per lo più ragazzi appartenenti a ogni ceto sociale, raggiunti dai pusher addirittura davanti alle scuole medie e superiori. Spesso le dosi erano cedute al dettaglio in altri luoghi maggiormente frequentati dalle giovani generazioni. I membri del sodalizio erano diventati pure un punto di riferimento per altri spacciatori dell’hinterland tirrenico. Ancor più inquietante il fatto che nell’indagine risultarono coinvolti pure un 15enne, nel luglio del 2017 accompagnato nell’Istituto penale minorile di Palermo e un altro ragazzino accompagnato in una struttura di accoglienza. Di particolare «allarme sociale», aveva scritto il Gip di Patti nell’ordinanza di custodia cautelare, a causa della «disinvoltura dimostrata dagli associati sia nell’operare cessioni di droga a ragazzini in giovane età, sovente da loro “iniziati” al consumo di droghe, sia nel coinvolgere congiunti minori negli illeciti, avvalendosene come pusher o copertura». Infatti, la “roba” era spacciata perfino davanti alle scuole, soprattutto a Patti. Al centro le figure dell’ex appuntato dell’Arma dei Carabinieri Paolo Brigandì, il figlio Alessandro e la convivente del militare, Romina Lamazza. I Brigandì, nel gennaio 2018, erano stati giudicati con il rito abbreviato davanti al Gup di Messina De Rose e condannati Paolo Brigandì a 7 anni e 1 mese di reclusione e Alessandro Brigandì a 5 anni e 10 mesi.

Edited by, venerdì 28 ottobre 2022, ore 14,32. 

 

 

 

 

(Visited 635 times, 1 visits today)