Nove misure cautelari personali e reali sono state eseguite dalla guardia di finanza di Catania nei confronti di nove indagati, a vario titolo, anche per sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici. Nel provvedimento il Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura distrettuale, contesta anche i reati di frode fiscale, indebita compensazione d’imposta con crediti inesistenti, emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento Iva, falso in atto pubblico, intestazione fittizia di beni e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Per quattro degli indagati il Gip ha disposto la detenzione in carcere, per due gli arresti domiciliari e per tre l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ha anche disposto il sequestro di beni per 28,5 milioni di euro, ritenuto il danno complessivo subito dall’Erario. L’operazione è stata denominata “Petrolio fantasma”.
Al centro delle indagini del nucleo Pef della guardia di finanza di Catania diverse imprese delle province etnea, di Palermo, Trapani e Siracusa operanti nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi. Personaggio indicato, allo stato dell’inchiesta, dalla Procura di Catania come “figura centrale di un collaudato sistema di evasione delle accise e dell’Iva” sarebbe Sergio Leonardi che, contesta l’accusa, con “altri soggetti a vario titolo concorrenti”, avrebbe realizzato, dal 2018 al 2021, “condotte di frode fiscale, commercializzando ingenti quantitativi di prodotti petroliferi destinati all’autotrazione senza versare le relative imposte”.
Per commettere i reati, è la tesi della Procura di Catania, sarebbero stati utilizzate società “cartiere” e prodotti petroliferi “destinati agli esportatori abituali ma in realtà immessi in consumo nel territorio nazionale” oltre a “crediti d’imposta inesistenti” e “uso commerciale per aziende di trasporto compiacenti di gasolio agricolo, sottoposto a tassazione agevolata”. Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo della somma di oltre 28,5 milioni di euro quale profitto dei reati commessi, delle quote e dei beni aziendali delle imprese che sarebbero state utilizzate per le frodi. Inoltre, sottolinea la Procura di Catania, “è stata appurata l’intestazione fittizia a prestanome di talune attività commerciali riconducibili a Leonardi (un bar a Catania e la “Lbs trading srl”)”. Questo, è la tesi dell’accusa, per “consentirgli – poiché già condannato per reati contro il patrimonio e sottoposto a procedimenti penali nonché a misure cautelari personali per reati associativi aggravati dall’aver agevolato il clan mafioso Mazzei – di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione e, inoltre, rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva per debiti con l’Erario per oltre 65 milioni di euro”. Una prima tranche delle indagini del nucleo Pef della Guardia di finanza di Catania era sfociata in otto arresti, nel sequestro di oltre 80.000 litri di prodotti energetici di illecita provenienza e di sette autocisterne.
GLI INDAGATI – Il Gip, rende noto la Procura di Catania, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Sergio Leonardi, Carmelo Musumeci, Gioacchino Falsaperla e Giuseppe Adornetto. Agli arresti domiciliari sono stati posti Salvino Frazzetto e Damiano Sciuto. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri tre indagati, S.F., G.L. e S.F. le iniziali delle generalità.
LE IMPRESE COINVOLTE – Le imprese del settore della commercializzazione di prodotti petroliferi del territorio etneo coinvolte nell’inchiesta sono la “Union srl”, “Hard Fuerl srl”, ”Petrolsel srl” e la “Falsaperla Gioacchino”. Nel palermitano la “Calor Service srl”, a Trapani la “Siciloil srl” e a Siracusa la “Lbs Trading srl”.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, giovedì 8 settembre 2022, ore 17,34.