Il quesito di oggi è: l’acqua trattata con il mio apparecchio domestico ha la capacità di prevenire e curare alcune malattie? Questo l’argomento di questa settimana scelto dalla dottoressa ISABELLA SALVIA (foto in alto), nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale, per la rubrica “Salute&Benessere” aperta su Gl Press da cinque anni esatti (in archivio, sul link apposito, tutte le 234 puntate di questo lustro)…
Il quesito di oggi è: l’acqua trattata con il mio apparecchio domestico ha la capacità di prevenire e curare alcune malattie?
Cerchiamo di rispondere attraverso il sito dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Sono frequenti, si legge testualmente, i casi in cui attraverso varie forme di comunicazione il consumo di acque sottoposte a trattamenti domestici viene associato ad effetti benefici sulla salute. Il principale scopo di queste comunicazioni è pubblicizzare alcuni dispositivi.
In molte circostanze ai dispositivi domestici per trattare le acque vengono anche date denominazioni di fantasia per suggerire una o più proprietà di combattere certe malattie o favorire il benessere di chi le consumi. Sulla base dei dati disponibili a oggi, continua ancora l’ISS, si tratta di pratiche commerciali scorrette, basate su dichiarazioni non suffragate da dati scientifici e pertanto in molti casi sanzionate dalla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
Infatti, nel caso dei dispositivi di trattamento domestico delle acque, qualsiasi affermazione impiegata a fini pubblicitari o commerciali secondo cui il consumo di acqua trattata con una determinata tecnologia o sistema può essere benefico per la salute, e? un’”indicazione sulla salute” e, come tale, deve rispondere a rigorose regole stabilite a livello europeo.
Il Regolamento (CE) 1924/2006 stabilisce norme armonizzate per l’utilizzo delle indicazioni nutrizionali o sulla salute al fine di garantire che tali indicazioni siano chiare e supportate da prove scientifiche. L’Autorità Europea per la sicurezza Alimentare (EFSA) ha il compito di verificare le argomentazioni fornite dai richiedenti per giustificare le indicazioni (in uso o proposte). Spetta poi alla Commissione Europea e agli Stati Membri decidere se autorizzarle o meno. La dichiarazione (claim) deve essere veritiera e basata su dati scientifici che i richiedenti, soprattutto se le indicazioni riguardano la salute, sono obbligati a fornire.
Ad oggi, dai dati consultabili, l’EFSA ha emesso pareri positivi in merito alla fondatezza di due sole indicazioni sulla salute associate all’acqua:
- E’ stato stabilito un rapporto di causa ed effetto tra l’assunzione giornaliera d’acqua e il mantenimento delle normali funzioni fisiche e cognitive; il riconoscimento considera che una perdita d’acqua corporea pari a circa l’1% e? normalmente compensata entro 24 ore e che l’assenza di tale compensazione e l’ulteriore aumento della perdita d’acqua corporea compromettono le funzioni fisiche e cognitive
- l’acqua riveste un ruolo particolarmente importante nella termoregolazione. L’aumento della temperatura corporea e? conseguenza della riduzione della sudorazione e del flusso di sangue nella cute indotta dalla disidratazione (EFSA, 2010).
Queste due indicazioni, conclude l’Istituto Superiore di Sanità, possono essere utilizzate per le acque minerali naturali e per le acque destinate al consumo umano con requisito di idoneità al consumo e non sono, quindi, associabili ad acque sottoposte a particolari tecnologie di trattamenti domestici. Inoltre, l’indicazione deve essere accompagnata dall’informazione al consumatore che l’effetto indicato si ottiene con l’assunzione giornaliera di almeno 2,0 litri di acqua.
Le segnalazioni di pratiche commerciali scorrette e le pubblicità? ingannevoli possono essere effettuate dai consumatori, anche online, all’Autorità? Garante della Concorrenza e del Mercato”.
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 11 marzo 2022, ore 18,16.