E’ incentrata sull’età e il suo significato (psicologico, fisico e non solo) l’argomento di questa settimana della nostra rubrica “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed esperta di medicina in generale…
“L’età è solo un numero”: è questo che diciamo spesso per consolarci quando preferiamo non usare più le candeline sulla torta, perché non potrebbero più entrare agevolmente. In realtà, sembrerebbe che ci possa essere un fondo di verità nel non dare troppo peso all’età anagrafica. Conta molto di più l’età biologica, ma forse quella psicologica.
È l’età che ci sentiamo insomma, a «pesare» più di quella scritta sulla carta d’identità. A sostenere questa teoria è un recente studio americano i cui risultati sono stati usati per creare un questionario che calcola l’età psicologica soggettiva grazie alle risposte ad alcune domande (questo è il link on line dove si può fare gratuitamente: https://app.young.ai/mind in inglese o in spagnolo). Non è l’ennesimo test curioso per capire se siamo ancora giovani dentro. Lo studio sembra confermare che sentirsi meno anni sulle spalle si associa a una salute migliore e ad un’aspettativa di vita più lunga. Ci sono poi vari fattori che incidono sull’età soggettiva, che possono essere controllati e modificati, è perciò possibile imparare a sentirsi più giovani. Non è un gioco: dobbiamo crederci!
“Stabilire l’età psicologica però non è semplice, perché la risposta potrebbe variare a seconda dell’umore e delle circostanze” spiegano i ricercatori del “Buck Institute for Research on Aging” in California che ha messo a punto il test. Oltre diecimila persone sono state seguite e intervistate più volte nell’arco di vent’anni per capire come i fattori psicologici, comportamentali e sociali influenzino la salute e il benessere man mano che si invecchia. Ogni volta i volontari rispondevano a migliaia di mille su molti argomenti. I dati raccolti sono poi stati analizzati da un’intelligenza artificiale, che ha quindi individuato gli elementi più decisivi nel determinare l’età soggettiva consentendo di creare un test molto snello, con meno di 20 domande. Tra i fattori chiave su cui è possibile intervenire, uno dei più rilevanti nell’influenzare l’età che ci sentiamo è il grado di salute fisica o la necessità di seguire terapie, per esempio quelle per la pressione alta. Chi non è obeso, non ha il diabete o la pressione alta ed è più attivo ha una probabilità del 30-50 per cento più alta di sentirsi più giovane anche a vent’anni di distanza. L’obesità e la sedentarietà sono i primi determinanti dell’età psicologica ma anche di quella biologica ed entrambe sono più importanti dell’età anagrafica per la salute. Sentirsi più giovani significa essere più attivi, fare movimento a sua volta porta a sentire meno il peso degli anni: un circolo virtuoso che purtroppo questo ultimo anno e mezzo di pandemia ha interrotto per molti, limitando le possibilità di attività fisica e movimento anche e soprattutto per i più anziani.
Ricordiamoci poi che l’età psicologica e biologica non si cambiano a sessant’anni, ma si costruiscono fin da ragazzi con uno stile di vita sano. Tutti noi nasciamo con una dote genetica di longevità più o meno accentuata, ma siamo poi noi a giocarcela nell’arco dell’esistenza, ad esempio fumando o diventando obesi. Prima si comincia a combattere la sedentarietà, ad avere una dieta equilibrata e a evitare le cattive abitudini come fumo ed eccesso di alcol, più si può riuscire a tenere bassa l’età che ci sentiamo.
Con un piano personalizzato studiato con l’ausilio di uno specialista è possibile prevenire molte malattie e non solo sentirsi, ma anche diventare più giovani! Usiamo quindi la testa! Sentirsi più giovani sì può, con intelligenza!
Eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 27 agosto 2021, ore 19,34.