S.Angelo di Brolo: Diffamazione in danno di una dipendente comunale, condannato l’ex sindaco Caruso

Il giudice monocratico del Tribunale di Patti GIUSEPPE TURRISI ha condannato, a 400 euro di ammenda, per diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità BASILIO CARUSO (foto in alto), ex sindaco di Sant’Angelo di Brolo. La querela era stata presentata dalla dipendente comunale GIUSEPPINA LAGUIDARA, parte offesa nella vicenda…

Il giudice monocratico del Tribunale di Patti Giuseppe Turrisi ha condannato per diffamazione aggravata dal mezzo di pubblicità Basilio Caruso, ex sindaco di Sant’Angelo di Brolo (in carica fu dal 2006 al 2016), obbligandolo a risarcire il danno morale alla dipendente del Comune Giuseppina Laguidara. La condanna è di 400 euro con pena sospesa in quanto Caruso è incensurato e sono comprese le spese processuali di oltre 1.000 euro ed il risarcimento danni morali, con separato atto (in questo caso, in sede civile, si procede solo quando la sentenza, sempre se con la condanna confermata, sarà definitiva).

Giuseppina Laguidara, dipendente comunale e giornalista pubblicista

I fatti avevano a oggetto una serie di iniziative dell’allora primo cittadino culminate in un exploit diffamatorio a mezzo intervista rilasciata ad una nota emittente locale e divulgata ampiamente ai consiglieri comunali, a mezzo  web, su youtube e sui  social.

Caruso già dal 2013, a seguito della querela sporta dalla parte offesa, veniva iscritto nel registro degli indagati con la contestazione della seguente condotta: perché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, offendeva il decoro e la reputazione della querelante”.  Dopo numerose udienze istruttorie, l’esame della parte offesa e dell’imputato, si è giunti alla condanna dopo le conclusioni delle parti. Il giudice ha infatti sottolineato come le affermazioni del Caruso trasmodavano da ogni valenza politica e andavano ad investire e ledere la sfera privata della dipendente per fatti che esulavano dalla politica. Si sottolineava, infatti, come le eventuali inefficienze e/o abusi sui luoghi di lavoro andassero definiti, eventualmente, con appositi provvedimenti dei dirigenti dell’Ente e certamente in quanto attinenti alla privacy del lavoratore non potevano essere sbandierati e divulgati. Giuseppina Laguidara, tra l’altro anche giornalista ed iscritta all’Ordine Regionale di Sicilia nell’elenco dei Pubblicisti, soddisfatta del risultato ha affermato che la occasione processuale può servire da monito per evidenziare che si può anche criticare aspramente l’avversario politico ma non è consentito a nessuno e non si può degenerare in attacchi personali e contumelie che riguardano la vita privata. La contumelia o le insinuazioni personali rivelano un modo anomalo di lotta politica improntata all’odio e alla denigrazione tour court che finisce con snaturare il senso della politica che è servizio e non dominio. Peraltro nella vicenda in questione la Laguidara non era interessata se non in via indiretta e come cittadina alla “querelle” politica e, pertanto, il giudice ha sottolineato l’incontinenza espositiva.

Giuseppe Lazzaro

Edited by, giovedì 6 maggio 2021, ore 14,39.  

 

 

 

 

 

 

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