E’ il sale marino integrale, il suo utilizzo a tavola ma senza eccessi, l’argomento della puntata numero 122 della nostra rubrica “Salute&Benessere” di questa settimana, a cura della dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova…
Il sale è fondamentale per la vita, proprio come l’acqua. Grazie al sale, infatti, possono essere svolte numerose funzioni fisiologiche, come il mantenimento dell’equilibrio dei liquidi corporei, dell’equilibrio acido-base e della trasmissione degli impulsi nervosi; inoltre il sale ci aiuta nella digestione e, può sembrare strano, ma senza sale rischieremmo la disidratazione. Se seguiamo un’alimentazione vegetariana, il sale non deve mancare in aggiunta ai nostri alimenti ma dovrà essere usato nella giusta quantità per non superare i 2 grammi di sodio raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Due grammi di sodio corrispondono a circa 5 grammi di sale da cucina, che sono quelli contenuti all’incirca in un cucchiaino da the.
E’ importante non assumere più sale di quanto ce ne occorre. Se da un lato il sale è importante nella cottura dei cereali e delle verdure, dall’altro può facilitare l’insorgenza di tumori favorendo la sintesi di nitrosamine o la gastrite atrofica e la colonizzazione della mucosa gastrica da parte dell’Helicobacter pilori, due condizioni che contribuiscono allo sviluppo di neoplasie gastriche.
Il rischio di ingerire quantità eccessive di sale è maggiore per chi assume molto cibo animale, più ricco di sodio di quello vegetale, prodotti conservati, cibi pronti e, peggio ancora, cibi serviti nei fast-food, davvero ricchissimi di sale.
E’ dunque preferibile non aggiungere sale direttamente sulle pietanze, ma utilizzarne poco in cottura; meglio ancora potremmo seguire uno dei consigli dell’Università di Harvard per il mantenimento di uno stato ottimale di salute che prevede di non aggiungere mai sale, né in cottura né sui cibi già impiattati.
Quando acquistiamo il sale è preferibile scegliere quello marino integrale estratto dalle nostre saline perchè, a differenza di quello comunemente in commercio, non è stato sottoposto a trattamenti industriali o chimici e dunque, oltre al cloruro di sodio, contiene, tra gli altri, anche minerali come potassio, magnesio e iodio.
Il sale iodato viene ottenuto aggiungendo al sale raffinato lo iodio, che invece è naturalmente presente nel sale marino integrale. Il sale iodato è stato importante per prevenire il gozzo nelle zone in cui questo elemento è carente, dove non si mangiavano né pesce né alghe. Anche in questo caso, però, sarebbe bene non abusare col sale iodato, ma preferire il consumo di cibi naturalmente ricchi di iodio, poiché un eccesso di iodio è un fattore di rischio importante per la tiroidite di Hashimoto: carica eccessivamente la tireoglobulina, che diventa antigenica e favorisce la nascita di malattie autoimmuni, creiamo cioè anticorpi contro le nostre stesse strutture.
Se proprio non riusciamo a rinunciare al sale, possiamo utilizzare un escamotage per ridurne il consumo; possiamo cioè sostituirlo con il gomasio.
Il gomasio è un condimento preparato con semi di sesamo (goma) e sale (shio). I semi di sesamo e il sale vengono tostati separatamente, perchè hanno tempi di tostatura differenti, e poi vengono schiacciati in un mortaio. L’ideale sarebbe non acquistarlo ma auto produrlo per riuscire a calibrarlo in base alle proprie esigenze e dunque utilizzare più sesamo e meno sale.
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Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (un biologo nutrizionista, un medico dietologo o un dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 4 ottobre 2019, ore 19,24.