Sale: in che misura? E un uso eccessivo cosa comporta? Questo l’argomento della settimana, nella rubrica “Salute&Benessere”, a cura della dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed anche iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Tra l’altro questa è la Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale…
E’ questa la Settimana mondiale di sensibilizzazione per la riduzione del consumo alimentare di sale, promossa dalla “World Action on Salt & Health” (WASH), un’associazione presente in oltre 100 Paesi dal 2005.
Un consumo eccessivo di sale determina un accertato aumento della pressione arteriosa, con conseguente incremento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione, quali l’infarto del miocardio e l’ictus cerebrale.
L’introito di sale è, inoltre, associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, come tumori dell’apparato digerente (in particolare allo stomaco), osteoporosi e malattie renali. Se sta aumentando la consapevolezza che un’alimentazione troppo ricca di sale nuoce alla salute, è anche diffusa l’errata opinione che una particolare attenzione al suo consumo debba essere riservata soltanto all’età senile. E’ invece fondamentale limitare il sale in tutte le età, iniziando fin dall’infanzia.
Il tema della settimana 2018 è “5 ways to 5 grams” (5 possibili vie per ridurre il consumo di sale fino a 5 grammi al giorno). L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo massimo di 5 grammi al giorno (corrispondenti a circa 2 grammi di sodio).
Sono 5 azioni concrete da intraprendere per centrare l’obiettivo.
- Scola e sciacqua verdure e fagioli in scatola e mangia più frutta e verdure fresche;
- Prova a diminuire gradualmente l’aggiunta di sale ai tuoi piatti preferiti, il tuo palato si adatterà al nuovo gusto;
- Usa erbe, spezie, aglio e limone al posto del sale (per aggiungere sapore ai tuoi piatti;
- Metti il sale e le salse salate lontano dalla tavola, così i giovani non prenderanno l’abitudine di aggiungere sale;
- Controlla le etichette dei prodotti alimentari prima di acquistarli, ti aiuteranno a scegliere quelli a minor contenuto di sale.
Considerato che la gran parte del sale che assumiamo (il 64%) proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato (pane e prodotti da forno, formaggi e salumi) o è naturalmente presente in alcuni alimenti e che limitare il sale aggiunto a casa, in cucina e a tavola, sebbene fondamentale, influisce soltanto in parte (per il 36%) sui consumi quotidiani. La sfida è da un lato sensibilizzare i consumatori sulla possibilità di ridurre il consumo domestico, dall’altra promuovere presso l’industria alimentare la riduzione del contenuto di sale nei prodotti trasformati (ovvero noi consumatori a scegliere meglio i prodotti!).
Cosa possiamo fare individualmente per ridurre il consumo di sale?
- Leggiamo attentamente l’etichetta per cercare prodotti a basso contenuto di sale, cioè inferiore a 0.3 grammi per 100 g (corrispondenti a 0.12 g di sodio);
- Riduciamo l’uso di sale aggiunto in cucina, preferendo comunque, ove necessario, minime quantità di sale iodato;
- Limitiamo l’uso di altri condimenti contenenti sodio (dadi da brodo, maionese, salse, ecc.) e utilizziamo in alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto per insaporire ed esaltare il sapore dei cibi;
- Non portiamo in tavola sale o salse salate, in modo che non si acquisisca l’abitudine di aggiungere sale sui cibi, soprattutto tra i più giovani della famiglia;
- Riduciamo il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola);
- Scoliamo e risciacquiamo verdure e legumi in scatola, prima di consumarli;
- Evitiamo l’aggiunta di sale nelle pappe dei bambini (almeno nel primo anno di vita)
Ricordo ai miei affezionati lettori che eventuali quesiti o temi d’interesse potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.
Edited by, venerdì 16 marzo 2018, ore 19,51.