Osteoporosi: correlazione con il diabete e altri rischi. Questo l’argomento della settimana trattato dalla dottoressa ISABELLA SALVIA (foto in basso), nutrizionista con studio in Torrenova, giornalista pubblicista, nella rubrica, da lei curata, “Salute&Benessere”…
L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da perdita di massa ossea e da un deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, che portano a fragilità e a un aumento del rischio di fratture.
La comparsa e l’evoluzione dell’osteoporosi sono i risultati di complesse interazioni tra predisposizione genetica e fattori di rischio ambientali.
Recenti studi dimostrano l’associazione di patologie che coinvolgono un’alterazione del metabolismo energetico, come diabete, obesità e insulino-resistenza, con problematiche del tessuto osseo, come fratture, osteopenia e osteoporosi.
L’insulina ha, infatti, un effetto positivo sull’osso in quanto ne riduce il riassorbimento, ma in un soggetto con insulino-resistenza porta a una serie di alterazioni metaboliche che hanno effetti negativi sull’osso, fino a conseguenze gravi come l’osteoporosi.
Il controllo della formazione e del rimodellamento del tessuto osseo risulta dall’interazione precisa di molti fattori sistemici, che possono essere divisi in 5 gruppi:
1. ormoni e vitamine che regolano il livello di calcio (ormone paratiroideo, calcitonina, vitamina D);
2. ormoni sistemici e vitamine con effetti diretti o indiretti sull’osso (glucocorticoidi, insulina, ormone tiroideo, ormone della crescita, ormoni sessuali, vitamina A e vitamina C);
3. fattori di crescita quali le somatomedine;
4. fattori locali quali le prostaglandine;
5. ioni, soprattutto calcio, fosfato, fosforo e magnesio.
Il diabete di tipo 2 può portare a complicazioni dell’assetto scheletrico per una diminuzione della crescita lineare longitudinale negli adolescenti, un aumento aumento del rischio di osteopenia, fratture e osteoporosi e un’alterazione dei processi di rigenerazione ossea, con perdita di tessuto osseo e progressiva alterazione della microstruttura ossea.
Il diabete aumenta il rischio di fratture, nonostante solitamente si accompagni a una densità ossea normale o più alta rispetto ai non diabetici. Questo accade perché il diabete provocherebbe una riduzione della qualità dell’osso piuttosto che una riduzione della densità minerale ossea.
Da ricordare anche che una condizione di insulino-resistenza provoca uno stato generale di infiammazione cronica e si accompagna spesso a obesità o sovrappeso, quindi a un aumento del tessuto adiposo, che ha una forte attività endocrina e rilascia citochine pro-infiammatorie, come IL-6 e TNF-alfa.
L’IL-6, prodotta per la maggior parte dagli adipociti, stimola l’osteoclastogenesi in colture di cellule staminali ed è, in generale, un fattore che favorisce il riassorbimento dell’osso.
Dobbiamo tenere conto che anche le scelte quotidiane relative allo stile di vita possono promuovere la comparsa di osteoporosi, come ad esempio le deficienze nutrizionali, l’abuso di alcool o caffè o una dieta ricca di proteine e sale, in quanto interferiscono con il normale turnover osseo. Recenti studi hanno, inoltre, messo in evidenza che bere sistematicamente bevande ricche di acido fosforico aumenta il rischio di frattura.
Il Biologo nutrizionista stilerà dunque un piano nutrizionale personalizzato eliminando gli alimenti pro-infiammatori e dando un giusto apporto di proteine e zuccheri; è anche necessario coprire il fabbisogno di vitamine importanti per la sintesi di collagene e per l’assorbimento di calcio.
In ultima analisi, è necessario controllare il peso poiché, come visto, il tessuto adiposo produce citochine infiammatorie e può portare a uno stato di infiammazione cronica.
Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da patologie accertate.
Edited by, venerdì 27 ottobre 2017, ore 18,23.