Ancora malattie della tiroide nel settimanale appuntamento con la rubrica “Salute&Benessere” curata dalla nutrizionista, dottoressa ISABELLA SALVIA, abilitata in quanto giornalista pubblicista con studio medico in Torrenova. Nel dettaglio viene illustrato l’ipertiroidismo…
Continuiamo oggi a parlare di tiroide, una ghiandola che ricopre un ruolo fisiologico estremamente importante, poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale, partecipa alla regolazione del metabolismo corporeo e allo sviluppo di pelle, apparato pilifero e organi genitali.
Come abbiamo già visto, la tiroide è una ghiandola endocrina poiché sintetizza ormoni e li immette nel circolo sanguigno; tali ormoni hanno la capacità di influenzare l’attività dell’organismo.
Ricordiamo che la tiroide, grazie allo iodio contenuto negli alimenti e nell’acqua, produce gli ormoni T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina) che svolgono numerose funzioni, tra le quali il mantenimento dell’equilibrio del metabolismo, vale a dire la regolazione dei processi che forniscono all’organismo energia necessaria per svolgere le sue funzioni. Gli ormoni tiroidei aumentano le attività metaboliche di base e quindi influenzano il consumo di energia anche a riposo e, di conseguenza, hanno effetti anche sul peso.
Dopo avere visto alcune patologie che interessano la tiroide, spieghiamo oggi cos’è l’ipertiroidismo.
Come si può intuire, l’ipertiroidismo è una condizione caratterizzata da un eccesso di ormoni tiroidei circolanti derivante da un’aumentata attività ormono-sintetica della ghiandola tiroidea in associazione a valori di TSH soppressi.
Il quadro clinico che ne deriva, in caso di normale sensibilità dei tessuti bersaglio, prende il nome di tireotossicosi.
La causa più frequente di tireotossicosi è la malattia di Graves, che comprende dal 60 al 90% di tutte le forme di ipertiroidismo e colpisce maggiormente il sesso femminile soprattutto nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni.
La sindrome ipertiroidea provoca sintomi specifici quali un aumento dei processi metabolici, della produzione di calore e della sensibilità all’azione delle catecolamine.
I sintomi includono nervosismo, ansia, cardiopalmo, astenia muscolare, diarrea da aumentata attività intestinale, sudorazione, intolleranza al caldo, sintomi oculari e dimagrimento senza riduzione dell’apporto alimentare per la prevalenza dei processi catabolici sulla componente proteica sia muscolare che ossea; in genere si verifica infatti perdita di massa magra e rischio di osteoporosi.
In questo caso il Biologo Nutrizionista è in grado di stilare un piano alimentare che consenta il recupero di massa magra e contrasti l’osteoporosi.
I segni clinici più evidenti dell’ipertiroidismo sono la presenza di gozzo, tachicardia, tremori alle palpebre o alle mani, aumento della pressione arteriosa e segni oculari dell’oftalmopatia basedowiana. Lo stato di ipertiroidismo, inoltre, induce importanti alterazioni a carico del metabolismo intermedio per cui si evidenzia ipocolesterolemia e ridotta tolleranza ai carboidrati.
Il trattamento dell’ipertiroidismo è in genere di tipo farmacologico, mentre la tiroidectomia è riservata ai soggetti con gozzo voluminoso.
Il trattamento con cortisone è limitata generalmente ai casi di malattia di Basedow persistente.
Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione ( biologo nutrizionista, dietologo o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.
Edited by, venerdì 13 ottobre 2017, ore 19,07.