Salute&Benessere: Calcoli ai reni, un problema sempre da attenzionare

E’ dedicato ai calcoli ai reni e alle funzioni renali in generale l’argomento di questa settimana della rubrica “Salute&Benessere”, curata dalla dottoressa ISABELLA SALVIA, nutrizionista con studio in Torrenova ed anche giornalista pubblicista. Come provengono e come fronteggiarli perché anche l’alimentazione riveste un ruolo importante…

Per calcolosi renale (indicata come litiasi) si intende la presenza di formazioni solide nell’apparato urinario derivate dalla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte nelle urine. Si parla di “cristalluria” e “renella” quando ha luogo la sola precipitazione, non seguita quindi dalla cristallizzazione. La cristalluria e la renella possono predisporre alla litiasi.

I calcoli urinari più frequenti sono quelli di ossalato di calcio, presenti nel 35% dei casi, di fosfati, presenti nel 20%, di acido urico, presenti nel 10% dei casi e di cistina, presenti nel 2% dei casi.

Il restante 33% è dato da calcoli misti di ossalati e fosfati, di ossalati e urati e di urati e fosfati.

In condizioni normali la quantità di ossalati che si ritrova nelle urine delle 24 ore oscilla intorno a 15-30 mg.

L’escrezione di calcio gioca un ruolo importante nella formazione di calcoli di ossalato e questo può essere influenzato, tra gli altri, da ipercalcemia e da un’eccessiva quantità di calcio riassorbita dall’intestino che sarà eliminata nelle urine.

I calcoli di acido urico si formano quando lo stesso acido urico è in eccesso e può quindi precipitare come urato acido di sodio (nelle articolazioni e nei tessuti) o come acido urico, urato di sodio o urato d’ammonio nel tratto urinario.

Nell’uomo la cristallizzazione e precipitazione dell’acido urico è abbastanza frequente perché l’urina ne è spesso soprasatura.

I calcoli di cistina sono invece presenti in una rara malattia ereditaria, la cistinuria.

Il trattamento dietetico sarà diverso in base alla tipologia di calcoli renali.

Nel caso di calcolosi ossalica si ridurranno gli alimenti ricchi di ossalati e gli eccessi di acido ascorbico poiché aumenta la sintesi endogena di ossalati, mentre la dieta sarà normocalcica e a ridotto contenuto di acidi grassi.

E’ fortemente consigliato bere 3 litri di acqua al giorno, ben distribuita nell’arco delle 24 ore.

Le misure dietetiche da attuare in caso di calcolosi uratica prevedono invece una riduzione dell’assunzione di purine con gli alimenti, una riduzione del contenuto di grassi e anche una limitazione dell’apporto di alimenti contenenti fruttosio libero.

Fortemente sconsigliato l’uso di bevande alcoliche, mentre via libera ad abbondante consumo di acqua, preferibilmente iposodica e ipocalcica.

Ricordiamo infine che il soggetto obeso o anche in sovrappeso è a maggior rischio di sviluppare calcoli renali. Molte volte il solo calo ponderale può riportare a livelli normali un’ iperuricemia non ancora elevatissima.

Ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dott.ssa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 320 6556820.

        Isabella Salvia

I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (dietologo, biologo nutrizionista o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.

Edited by, venerdì 14 luglio 2017, ore 19,07.

 

 

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