Un autentico incubo per le donne, anzi, per le ragazze sin dai 20 anni. La cellulite, che si manifesta in particolare sulle cosce e nei glutei, è l’argomento di questa settimana, per la rubrica “Salute&Benessere”, trattato dalla dottoressa ISABELLA SALVIA (foto in alto). Come si manifesta, come combatterla ed eliminarla, cosa mangiare…
Con l’arrivo della bella stagione ci piace andare al mare e, finalmente, prendere il sole o fare il bagno. Molte donne, però, potrebbero vivere questi bei momenti con ansia, a causa della cellulite che occupa sempre i primi posti nelle loro preoccupazioni estetiche.
La cellulite, scientificamente definita “pannicolopatia edemato-fibrosclerotica del tessuto adiposo”, fa la sua comparsa già prima dei 20 anni, localizzandosi, prevalentemente, sulle cosce, sui glutei, nella parte interna delle ginocchia e nella zona laterale del bacino. Nonostante sia un disturbo conosciuto dal punto di vista scientifico, suscita ancora molti interrogativi circa la sua origine e le corrette strategie comportamentali in grado di contrastarla. Tra verità e falsi luoghi comuni, vediamo come prevenire ed affrontare il problema.
La cellulite è uno stato infiammatorio del tessuto adiposo sottocutaneo (pannicolo adiposo) e si manifesta col tipico aspetto a “buccia d’arancia” della pelle.
Il pannicolo adiposo, posto sotto la cute, è una riserva di energia, legata al metabolismo individuale, scientificamente definito bilancio calorico; quando il bilancio calorico diminuisce (con l’attività fisica o una minore introduzione di calorie) la riserva si riduce; quando il bilancio calorico aumenta (minore attività fisica od eccessiva introduzione di cibi) si verifica il deposito dei grassi (liposintesi). Come tutti i tessuti, anche il pannicolo adiposo ha una sua impalcatura di sostegno ed una vascolarizzazione, denominata microcircolo; attraverso la vascolarizzazione il tessuto adiposo fornice l’energia all’organismo o la accumula come grasso.
Questa situazione, senza un intervento tempestivo, tende a peggiorare con un’evoluzione lenta e progressiva. Si viene a creare, infatti, un circuito vizioso: la degenerazione della microcircolazione del tessuto adiposo determina un maggior ristagno di liquidi, la cui conseguenza è l’aggravamento dello stato infiammatorio e il peggioramento della cellulite. Partiamo subito col dire che il sovrappeso è un elemento predisponente, in quanto le adiposità in eccesso possono influire negativamente sulla circolazione, creando una situazione favorevole al formarsi della cellulite. La cellulite dipende, però, dalla combinazione di più cause. Oltre alla cattiva alimentazione (dieta ricca di grassi e sale, dimagrimenti “lampo” e scarsa idratazione), sul fenomeno intervengono anche la vita sedentaria e fattori genetico-costituzionali, circolatori ed ormonali, senza dimenticare che il fumo, gli alcolici e lo stress eccessivo tendono a peggiorare la situazione.
A instaurare il processo patologico partecipano molteplici fattori, che è opportuno conoscere per contrastare. Essendo un problema provocato da più fattori, la cellulite va combattuta su più fronti.
Ancora prima deve essere fatta una corretta diagnosi, partendo dallo studio delle cause ed utilizzando strumenti avanzati, per consentire un corretto inquadramento nutrizionale, con un studiata personalizzazione della dieta.
Lo specialista è in grado di riconoscere, con un esame accurato, una cellulite ad ogni stadio. Esistono moderne tecniche diagnostiche non invasive, come la bioimpedenziometria, che si possono eseguire facilmente presso i migliori professionisti del settore. Inoltre, è possibile effettuare una valutazione dello stato dello spessore del pannicolo adiposo con la plicometria, che, tra le varie metodiche di misurazione della percentuale di grasso corporeo, rappresenta una delle più precise, qualora si utilizzino strumenti certificati in metallo (e non economici calibri in plastica). Il plicometro è uno strumento che può essere paragonato al calibro di un meccanico in quanto è costituito essenzialmente da una pinza e da una scala graduata che misura la distanza tra le punte.
I trattamenti ad azione anticellulite sono mirati ai vari tessuti coinvolti e devono essere appropriati alla diagnosi sul tipo e sullo stadio della cellulite: si deve stabilire se si tratta effettivamente di cellulite oppure di un eccesso di grasso, di edema dei tessuti o di una perdita di tono. I cuscinetti abbondanti, a volte, sono solo semplice grasso in eccesso: in tal caso i trattamenti da consigliare sono quelli “lipolitici”, come una dieta ipocalorica, ricca di fibre, vitamine, oligoelementi e povera di tossine, acidificanti, zuccheri, grassi animali e xenobiotici. La migliore strategia è sempre un piano individuale, predisposto sulla base della situazione personale di ogni donna.
In via generale, la prevenzione e contrasto alla cellulite va, comunque, inserita in un contesto che prevede il miglioramento delle condizioni psicofisiche del soggetto ed il rispetto di due princìpi fondamentali, quali un’alimentazione equilibrata e un esercizio fisico regolare.
Curare l’alimentazione gioca un ruolo importante nel prevenire la cellulite.
E’ indispensabile ridurre drasticamente il sale, che favorisce la ritenzione idrica.
Vanno, poi, limitati anche gli insaccati, i cibi ricchi di zuccheri e grassi saturi, gli alcolici e le bibite dolcificate, che favoriscono la stasi linfatica e l’accumulo di liquidi e tossine. Da preferire, invece, sono le diete equilibrate che prevedono frutta e verdura fresca (ad esempio agrumi, kiwi, ananas e frutti rossi), legumi, fibre e carni magre, come pollo e pesce. E’ bene bere molta acqua, almeno un litro e mezzo al giorno, che depura l’organismo, favorendo l’eliminazione delle scorie attraverso i reni.
L’attività fisica, praticata con costanza, è importante per migliorare la circolazione e prevenire l’accumulo di tessuto adiposo. Camminare a passo sostenuto o nuotare sono efficaci contro la cellulite, in quanto stimolano il ritorno venoso e favoriscono l’eliminazione dei ristagni idrici. Di contro, la sedentarietà porta progressivamente ad un aumento del grasso. Per essere definita regolare l’attività fisica deve essere svolta per almeno 4-5 giorni alla settimana. Nell’ambito di un regolare esercizio fisico è preferibile camminare e non correre: i ripetuti impatti col terreno causati dalla corsa, oltre ad avere effetti negativi sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale, causano microlacerazioni alle membrane delle cellule adipose che, a lungo andare, potrebbero peggiorare la situazione. La cellulite colpisce soprattutto alcune regioni del corpo come cosce, glutei e fianchi, ma anche braccia e dorso. E’ quindi consigliabile affiancare ad un esercizio costante generalizzato (come la camminata) esercizi specifici che stimolino le zone in cui vi è una maggiore adiposità.
Concludo con un’avvertenza del prof. Contaldo, ordinario di Medicina interna all’Università di Napoli: «Bisogna tenere presente che i regimi dimagranti troppo restrittivi e squilibrati, anche se in apparenza sembrano far diminuire il grasso, riducono nella maggior parte dei casi non tanto i cuscinetti ma i liquidi dell’organismo, determinando una situazione di disidratazione che favorisce l’insorgere della cellulite».
Ringrazio per i tanti contatti avuti in questi giorni e ricordo a tutti che eventuali quesiti o temi d’interesse mi potranno essere segnalati su Facebook alla pagina “Dottoressa Isabella Salvia – Biologa Nutrizionista” o tramite WhatsApp al 3206556820.
Isabella Salvia
I contenuti di questo articolo hanno esclusive finalità informative e divulgative, non essendo destinati ad offrire consulenza medica/nutrizionale personale. La dottoressa Isabella Salvia consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista qualificato della nutrizione (dietologo, biologo nutrizionista o dietista) per ricevere un piano alimentare personalizzato, redatto sulla base di una diagnosi individuale, sia per soggetti sani che per le persone affette da qualsiasi patologia accertata.
Edited by, venerdì 5 maggio 2017, ore 19,53.